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Zevi-Zeri

Zevi-Zeri

Antonio Castelluccio 2002PAa, Saggio, La Sapienza, Architettura L. Quaroni.La nascita di questo autoritratto è legata a quello che era richiesto.Infatti bisognava esprimere quelle che erano le nostre speranze per il futuro.Il ragionamento è partito da qui per cercare il modo più originale di rendere quello che era il significato profondo di queste speranze.E quindi la scelta non è stata quella di fare banalmente un fotomontaggio del viso dell'autore ma di rappresentare un autoritratto dell'architettura di oggi (volti degli architetti più famosi e loro architetture) in un puzzle incompleto in cui c'è spazio per gli studenti di oggi (da qui la speranza) architetti di domani. Per fare questo è stata scelta una foto pubblicata su Casabella di qualche tempo fa in cui i riquadri della "stanza dell'architettura" servono ad "appendere" i lavori degli "studenti" Zaha Hadid, Rem Koolhaas, Meier... A conclusione del lavoro è stata inserita una frase che appunto non lascia intendere altro che il senso appena descritto: una frase che riprende l'insegnamento di Bruno Zevi che negli ultimi anni di vita, ormai stanco, rivolgendosi a un suo studente(non sono sicuro che fosse uno studente) esortava le nuove generazioni a continuare la ricerca di cui l'architettura ha continuo bisogno.