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Antonino S aggio H ome
 
 
Documentazione e analisi dell'architettura contemporanea

Intervento di Antonino Saggio
Seminario "Nuove tecniche per la documentazione"

Università degli Studi di Perugia
Facoltà di Ingegneria. Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Nucleari

Istituto di Disegno Architettura e Urbanistica

Perugia 3 maggio 1990

La particolarità del lavoro con il calcolatore che qui viene descritto attraverso delle applicazioni nel settore pubblicistico, nella catalogazione, nella animazione, nella ricostruzione tridimensionale e nella documentazione interattiva è quella di avere a disposizione non solo un prodotto del lavoro artigianale o industriale (la tela e il colore a olio del pittore o per l'architetto il tecnigrafo e le penne a china) ma il frutto di un sofisticatissimo «lavoro intellettuale». È la presenza del lavoro intellettuale incorporato nel calcolatore e nei pacchetti applicativi che esercita una azione di stimolo sul ricercatore spingendolo a nuove esplorazioni che non verrebbero condotte con i mezzi tradizionali.

Istituto di Fisica di G. Pagano (Disegno a inchiostro di china di

M. Chialastri, G. De Iacobis, S. Macori, L. Prestinenza, A. Saggio) 


Interventi risultati del lavoro, allora bisogna riconoscere che l'utilizzo dello strumento più avanzato per il lavoro intellettuale non può non giocare un ruolo determinante anche per la nostra ricerca. 

All'interno di questa considerazione, che rappresenta una ovvietà solo per una minoranza tra gli studiosi di architettura, la caratteristica più importante dell'uso del calcolatore consiste a mio avviso nell'aspetto propulsivo, di autentico «stimolatore intellettuale», che il suo utilizzo implica: molto spesso in questi anni mi sono trovato ad affrontare ricerche con modalità nuove (come per i database interattivi, per le animazioni didattiche, per le consultazioni di sistemi esperti) che mi venivano suggerite dai nuovi mezzi. 

Dato l'ambito tematico del workshop non intendo parlare del rapporto tra progettazione e uso del calcolatore, ma le aree di cui tratterò l'editing e il settore pubblicistico, la catalogazione delle informazioni grafiche e testuali, le animazioni critiche, le ricostruzioni tridimensionali e infine la documentazione interattiva vogliono rappresentareare, in definitiva, aree 


"Nuove tecniche per la documentazione"

Università di Perugia 3 maggio 1990

Scopo di questo intervento è indicare alcune aree di documentazione e di analisi dell'architettura contemporanea per le quali il calcolatore elettronico è un utile e importante strumento di lavoro. L'esposizione non vuole avere un carattere teorico, né tantomeno tracciare le coordinate generali delle applicazioni possibili in questo settore, ma fornire un contributo basato su una serie di esperienze concrete svolte a partire dalla metà degli anni Ottanta sia alla Carnegie-Mellon University di Pittsburgh, Usa che al Dipartimento di progettazione architettonica e urbana della Facoltà di architettura di Roma. 

Anche se delle ricerche qui si proporrà l'aspetto tecnico e informatico, il loro ambito è tutto interno al campo degli studi di architettura: l'approccio «da architetto» e non «da specialista di informatica» che caratterizza la mia attività, non comporta però una sottovalutazione delle potenzialità del calcolatore. Sono convinto infatti che l'informatica rappresenti per la ricerca in architettura un evento di primaria importanza, che non deve essere sottovalutato. Se infatti si crede allo scambio e all'influenza reciproca tra gli «strumenti» e i 

La particolarità del lavoro con il calcolatore che qui viene descritto attraverso delle applicazioni nel settore pubblicistico, nella catalogazione, nella animazione, nella ricostruzione tridimensionale e nella documentazione interattiva è quella di avere a disposizione non solo un prodotto del lavoro artigianale o industriale (la tela e il colore a olio del pittore o per l'architetto il tecnigrafo e le penne a china) ma il frutto di un sofisticatissimo «lavoro intellettuale». È la presenza del lavoro intellettuale incorporato nel calcolatore e nei pacchetti applicativi che esercita una azione di stimolo sul ricercatore spingendolo a nuove esplorazioni che non verrebbero condotte con i mezzi tradizionali.
Casa del fascio di G. Terragni

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di studio che non sarebbero state affrontate senza lo stimolo intellettuale esercitato dal lavoro di altri e incorporato nel calcolatore e nei pacchetti applicativi.

Disegno e impaginazione nella documentazione di architettura

È stato presente sin nei miei anni di formazione presso l'Università di Roma lo studio e la ricerca dell'architettura contemporanea. In una serie di corsi universitari che avevano come centro il disegno, tale ambito veniva sviluppato coniugando le conoscenze della geometria descrittiva, del rilievo e del disegno dal vero all'indagine storica e critica.

I disegni critici di opere di Pagano, redatti con altri colleghi alla metà degli 

anni Settanta, sono caratteristici della direzione del mio lavoro nella documentazione e nella analisi dell'architettura: rappresentano infatti un tentativo, che successivamente sarà sviluppato con il calcolatore, di sondare con mezzi grafici le ragioni formative alla base del progetto.

Naturalmente per comunicare questa impostazione è necessario lavorare nel settore pubblicistico con una marcata attenzione all'integrazione tra testo e grafici: il materiale fotografico, il testo, i disegni interpretativi, i grafici originali devono formare un tutto organicamente pensato in un incastro predisposto pagina per pagina. 

Proprio all'interno di questa esigenza è maturato il mio primo interesse per il calcolatore elettronico. 

Casa del fascio di G. Terragni (A. Saggio)
Perseguire l'obiettivo dell'integrazione organica dei diversi materiali senza l'utilizzo di un calcolatore rappresentava una finalità che era possibile raggiungere solo al prezzo di un investimento di tempo elevato e comunque con esiti limitati.

Al contrario il calcolatore offre in 

Pagina di Using Goals in Design

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tempi molto brevi la possibilità di poter prefigurare sullo schermo l'impatto grafico di una pagina e di poter verificare e stampare in bozza una molteplicità di soluzioni che permettono di scegliere la più adeguata al fine che ci proponiamo. Attraverso l'utilizzo di programmi che ormai hanno raggiunto un livello di sofisticazione elevatissimo, è oggi possibile impostare con notevole precisione i caratteri, i corpi e gli stili editoriali usati nella pubblicazione finita e avere simultaneamente sullo schermo attraverso un processo di digitizzazione i grafici al tratto o le immagini a mezzo tono che si intendono usare. 

Questa procedura è diventata usuale nel mio lavoro e mi permette di ottenere prodotti editoriali (come la monografia su Sauer, o il manuale Using Goals in Design) che si basano su una stretta integrazione di testo e grafici e su una composizione dei formati e dei tagli delle immagini mirate a controllare il prodotto in tutti gli aspetti.

Nel settore della documentazione e della pubblicazione della ricerche di architettura, dove l'integrazione tra materiali testuali e grafici è spesso caratteristica necessaria del prodotto, l'utilizzo del calcolatore è quindi assolutamente fondamentale sia nel contesto del lavoro universitario e della comunicazione di documenti didattici sia nella redazione di pubblicazioni per il mercato editoriale. 

Database grafico: un nuovo modo di pensare e di disegnare

Nei primi anni di lavoro con il calcolatore elettronico, cominciai a essere interessato a due caratteristiche che mi sembravano importanti. Da una parte mi interessava il fatto che il materiale grafico aveva una caratteristica diversa da quello tradizionale: era possibile cioè trasformarlo dandogli una flessibilità che segno e disegno su carta non avevano mai avuto. 

La seconda caratteristica che mi interessava era quella di poter raccogliere un numero anche molto elevato di informazioni testuali, anche in incrementi successivi nel tempo, e di poter accedere alle informazioni attraverso parole chiave.

Queste possibilità, anche se considerate singolarmente, offrono un valido ausilio nel settore della documentazione e dell'analisi dell'architettura, ma si rivelano veramente decisive se si trova il modo di integrarle. Anche se ideato per usi completamente diversi, scoprii che era disponibile sul mercato un pacchetto applicativo che permetteva il collegamento tra una informazione grafica e una scheda di testo. Cosi, per esempio, nella pianta di un edificio era possibile legare al disegno delle singole stanze delle informazioni (per esempio riguardanti la funzione, la dimensione, i materiali). Perlustrando il grafico era possibile accedere con facilità ai dati, ma era anche possibile operare viceversa. Richiedere cioè la localizzazione nella pianta di certi materiali o di certe funzioni.

L'integrazione tra informazioni grafiche e verbali è di grande ausilio per la documentazione e l'analisi della storia dell'architettura: le fasi cronologiche, gli artefici, i materiali, le tecnologie possono essere raccolte in schede associate con i segni grafici di pertinenza e quindi essere richiamate come supporto conoscitivo per qualsiasi ricerca. 

Ho sfruttato queste potenzialità per analizzare alcune opere dell'architettura moderna come supporto in corsi di disegno nella mia attività didattica alla Carnegie-Mellon University. Insieme agli studenti ho cercato di mettere in evidenza gli aspetti riguardanti l'iter formativo e ideativo del progetto: di volta in volta sono state evidenziate caratteristiche di tipo dimensionale, di tipo spaziale e funzionale, di tipo plastico e decora

Analisi della Villa Old Westbury di R. Meier. (C. Duran Ballen, A. Saggio docente CMU). Sotto: Evidenziazione automatica delle bucature. Nella pagina accanto: Evidenziazione dei pilastri in pianta e scheda sulla rampa. (La scheda informativva viene richiamata dalla pianta attivando il poligono della rampa).
Analisi dimensionale della Villa Bianca di G. Terragni (T. Sanders e S. Shaw, A. Saggio docente CMU).

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tivo. Il fatto che le diverse componenti grafiche erano legate alle informazioni testuali permetteva tra l'altro una facile decostruzione e ricomposizione dell'edificio attivando in sequenza una serie di passaggi ideativi che avevano portato al risultato. Gli studenti si trovavano così a individuare le logiche sottese dell'opera e a creare attorno a queste delle famiglie di informazioni  cui erano legate i segni grafici.

Lo strumento informatico si è rivelato utile per indirizzare gli studenti verso una maggior consapevolezza delle categorie di analisi e insieme dei rapporti che intercorrono tra elemento architettonico, segno grafico e significato. 

Più in generale questo approccio non solo permette di avere un grande e 

ordinato archivio di informazioni in continua evoluzione e di facile consultazione, ma proprio grazie all'integrazione tra grafici e testi di raggiungere un livello di documentazione e di analisi dell'opera di architettura che non è ottenibile con i mezzi tradizionali.

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Animazioni: processualità e storie progettuali

Quando in apertura ci si è riferiti al rapporto di mutuo scambio tra lo strumento usato per il proprio lavoro e le modalità e gli sviluppi della ricerca si è fatto un cenno alle animazioni. Proprio questo settore rappresenta, a mio avviso, un esempio abbastanza evidente del ruolo propulsivo che la tecnologia informatica può svolgere. 

In occasione dell'insegnamento di Advanced Drawing sempre alla Carnegie-Mellon University cominciai ad essere interessato all'inserimento delle tecniche di animazione nel normale sviluppo di un corso di analisi e di disegno critico di opere di architettura contemporanea, . 

Dopo alcuni esperimenti per la simulazione realistica di un percorso nell'edificio, per l'inserimento nel contesto, per la rotazione da diverse angolazioni, notai che la caratteristica più potente di questo approccio consisteva nell'obbligare a costruire un «prima» e un «poi» dell'azione progettuale: a elencare cioè una serie di premesse, delle ipotesi alternative e delle soluzioni che venivano a confluire in vere e proprie «storie progettuali». 

Questo aspetto «processuale» fu quello che fu sviluppato sia nelle applicazioni che fornii come esempio agli studenti, come quella sul college Bryn Mawr di Louis Kahn, sia nel successivo lavoro didattico. Attraverso la tecnica del montaggio di immagini derivate da diversi ambienti elettronici 

(digitizzazioni, schemi, testi, disegni eccetera) i prodotti tendevano a ricercare le sequenze formative dell'opera. Risultò cosi che anche un film di pochi minuti di durata poteva rappresentare un contributo dal grande impatto critico e documentativo nel quale l'integrazione di testo e immagi ni che era possibile attraverso le tecniche di impaginazione elettronica si arricchiva di un elemento dinamico di inattesa potenzialità: la scomposizione e ricomposizione del progetto. Da allora ho indirizzato la ricerca verso una lettura dell'opera architettonica in chiave di sequenza decisionale. Il 

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lavoro con le animazioni ha rappresentato dunque, per gli orientamenti e gli sviluppi della mia ricerca, l'occasione di indagini che hanno seguito strade nuove anche dal punto di vista dei contenuti.
Sequenze di animazione della casa di Riva S. Vitale di M. Botta (D. Mayer, A. Saggio docente).

Sequenze di animazione sulla Accademia della Scherma.


 

Manipolazione solida: decostruzione e ricostruzione

Una degli aspetti che interessa di più i progettisti nell'uso del calcolatore elettronico è indubbiamente quello della manipolazione tridimensionale degli oggetti. 

Spesso genera frustrazione però in chi si avvicina a questa tecnologia il fatto che il tempo necessario alla costruzione simulata al calcolatore elettronico di un oggetto tridimensionale è forse maggiore di quello richiesto per la redazione di una singola prospettiva con i mezzi grafici tradizionali: non bisogna dimenticare però che si mettono a confronto due prodotti diversi. Come è facilmente verificabile da chiunque ne abbia avuta l'opportunità, la definizione tridimensionale di una architettura al calcolatore rappresenta infatti un aiuto per la progettazione e la verifica del manufatto che è molto vicina a quella che si ottiene da un plastico. Le possibilità di verifica e di utilizzo di una simulazione elettronica consentono la visione e l'esplorazione da 


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infiniti punti di vista, gli studi di illuminazione dei vari ambienti e la verifica sulla esposizione alla luce solare nelle varie ore della giornata e nei diversi periodi dell'anno.

Non sottovaluterei inoltre un altro vantaggio che consiste nella possibilità di arrivare a simulazioni dell'oggetto di elevata complessità in spazi fisici molto ristretti. La fabbricazione dei modelli in uno studio impegna un'area più o meno grande in modo esclusivo per tutto il tempo necessario alla laboriosa esecuzione del plastico: con il calcolatore, al contrario, lo spazio necessario è limitato alla ridotta 

superficie di una scrivania.

Ma, ritornando agli aspetti di documentazione e di analisi dell'architettura, direi che la modellazione solida è fondamentale soprattutto per lo stimolo che questa «costruzione» simulata comporta. Un modello tridimensionale al calcolatore rappresenta un livello di astrazione rispetto alla realtà, astrazione che implica una scelta. Nell'affrontare il processo di costruzione al calcolatore bisogna definire infatti una serie di oggetti «primitivi» formati per rotazione su un asse o per duplicazione di una sezione tipo. Questo condizionamento e il processo di selezione a esso legato, innesca un processo di analisi che si svolge parallelamente alla costruzione del modello. 

Comprendere quali sono gli elementi prioritari (il cui intreccio, sovrapposizione e incastro determinerà il modello finale) e quali quelli solo secondari obbliga a una laboriosa decostruzione che rappresenta una fase fondativa per l'interpretazione critica dell'opera. 

Questa metodologia è alla base di una ricerca, finanziata dalla Graham Foundation di Chicago, che sto svolgendo da alcuni anni sull'intera opera di Giuseppe Terragni e di cui sono già stati ultimati e pubblicati o in corso di pubblicazione dei risultati parziali. Riguardano la Casa del fascio, il Novocomum e l'Officina del Gas mentre l'indagine sulle case unifamiliari e sugli edifici di abitazione milanese è attualmente in 

Accanto: Prospettiva e assonometrie delle Officine del Gas di G. Terragni. 

Sopra: Assonometrie e prospettiva della Casa Rustici di G. Terragni.

Sotto: Assonometria della Casa del fascio di G. Terragni.


progetto.

La genesi compositiva dell' Officina del gas, per esempio, è stata presentata attraverso i quattro concetti chiave di sollevamento, assemblaggio, incastro e raccordo. Questa interpretazione è nata proprio dal fatto che la ricostruzione elettronica del modello è emersa adottando ai vari corpi che compongono l'edificio i processi formativi sopra citati. Un rapporto analogo vale per il ribaltamento semantico, a mio avviso presente nel Novocomum, così come per il concetto di «campo profondo» su cui è basata l'interpretazione della Casa del fascio.

Dal lavoro su Terragni sono emerse due altre utilizzazioni interessanti. La prima riguarda la possibilità di fornire, come documentazione di supporto, delle immagini da punti di vista inediti e dalle quali risultano evidenti gli elementi costituenti il progetto. Nel caso del Novocomum, ad esempio, si tratta di disegni che non intendono essere «realistici» in senso stretto, ma dai quali risultano evidenziati i dispositivi di svuotamento, di incastro, di sovrapposizione, di ribaltamento presenti nell'opera.

La seconda utilizzazione riguarda la possibilità di «ricostruire» opere non realizzate, ma che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell'architettura italiana. In questi casi la ricostruzione al calcolatore elettronico 

fase di sviluppo.

La ricerca che si avvale anche di una documentazione iconografica redatta dal fotografo statunitense Dennis Marsico studia ogni progetto di Terragni sotto due ango

lazioni. La prima esamina l'opera con gli strumenti tradizionali nel contesto storico culturale in cui si è sviluppata. La seconda verte sugli aspetti più esclusivamente formali e si avvale di una ricostruzione elettronica del 
In alto: Prospettive della casa sul lago per un artista di G. Terragni e altri.

A lato: Prospettiva del Novocomum di G. Terragni.


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allo sviluppo di linguaggi di programmazione molto vicini al modo di operare dell'utente che mi hanno permesso quindi di sondare nuove possibilità applicative.

Il primo esperimento che ho compiuto sfruttando queste nuove tecnologie, è stata una lezione sulla progettazione del Bryn Mawr College di Louis Kahn, che riusava materiali già redatti anni prima.

Nel nuovo contesto l'utente ha a disposizione quattro modi di interazione con la macchina: vedere, esplorare, studiare, interpretare. Le animazioni, i materiali fotografici, le informazioni testuali e grafiche del progetto sono a disposizione ai vari livelli di interattività insieme a un blocco da disegno elettronico in cui gradualmente schizzare delle ipotesi interpretative.

Le diverse modalità di interazione vengono attivate come risposta a una serie di quesiti posti all'interno del documento: la tesi interpretativa, di conseguenza, non è «rivelata» ma l'utente, seguendo un canovaccio predisposto nel documento, deve 


aggiunge alla ricerca un elemento informativo di indubbio interesse.

Documentazione e insegnamento interattivo

Per una fase relativamente lunga i tre aspetti fondamentali del mio lavoro con il calcolatore, e cioè le potenzialità di database grafico, quelle di manipolazione tridimensionale e quelle di animazione, hanno avuto una integrazione solo parziale. Al di là delle occasioni pubblicistiche, ho lavorato infatti facendo confluire attraverso la tecnica del montaggio i diversi materiali in animazioni che erano funzionali a una presentazione e a una documentazione concisa e organizzata.

L'aspetto che mi sembrava carente però in questo approccio era quello che riguardava il rapporto tra macchina e fruitore che veniva congelato in una relazione «spettacolo-spettatore» bloccando così una possibilità di dialogo, di esplorazione diretta e di interazione che era al contrario una delle promesse della tecnologia informatica. Questa promessa è stata mantenuta solo negli ultimi anni grazie 

Lezione su Bryn Mawr di L. Kahn. Schermo base con quesiti e blocco da disegno, schermi di database e di esplorazione tridimensionale. In basso: Sequenza di animazione attivata come risposta a quesiti progettuali.

arrivare egli stesso a scoprirne i tratti fondamentali. 

Dopo questa applicazione e con l'aiuto dello studente architetto Massimo Cesaroni ho realizzato un secondo esperimento che verte sulla documentazione dell'architettura contemporanea e sulla creazione di una lezione interattiva. Si è prescelta l'Officina del gas di Terragni sia perché era già stata messa a punto la tesi interpretativa con i relativi materiali, sia perché l'importanza del progetto e il fatto che non era stato realizzato consentiva di porre con evidenza l'utilità di un approccio computerizzato.

La lezione interattiva al calcolatore che ne è scaturita, presentata in vari convegni tra cui all'ultima Conferenza dell'Ecaade, si è sviluppata attraverso la metafora della lavagna. L'utente può seguire il dipanarsi dell'analisi attraverso il testo che appare in dei campi predisposi, può accedere alle animazioni critiche che descrivono la logica formativa dell'edificio, può ricercare su una sezione database i grafici originali e le foto, può risalire ad alcune fonti di ispirazione dell'architetto e può infine esplorare 

direttamente il progetto attraverso un modello tridimensionale. 

L'aspetto più importante di questo esperimento non riguarda però tanto i singoli materiali presenti nel documento quanto il loro livello di integrazione. Infatti, e con semplicissime operazioni, un docente che si rivolge ad un gruppo di studenti, può passare da un materiale all'altro e può compiere una esplorazione sia in maniera sequenziale sia in maniera libera con il controllo non solo dell'ordine con cui accedere ai diversi materiali, ma anche del tempo necessario alla loro assimilazione.

Per concludere: 

Un aspetto non trascurabile dell'esperimento appena descritto, così come dei precedenti, è che l'insieme delle componenti di hardware e di software usate rappresentano un livello «di entrata» alla tecnologia informatica.

Sia dal punto di vista finanziario due milioni circa per postazione sia dal punto di vista dei tempi di apprendimento, l'investimento iniziale permette un ampliamento successivo senza pregiudicare l'utilizzo dei 

prodotti già elaborati. Nel campo della documentazione di architettura, ad esempio, si possono iniziare a costruire archivi che possono confluire in capienti videodischi che contengono l'analisi di molti edifici e che consentano di archiviare immagini e animazioni con un alto livello di definizione. 

Mi auguro che gli esperimenti che sono stati presentati contribuiscano a sfatare uno dei miti coinvolti nell'uso della tecnologia informatica: quello della necessità del costante potenziamento delle macchine, del continuo e forsennato aggiornamento del software che, a mio avviso, allontana anziché avvicinare il conseguimento pratico dei risultati.

Il lavoro sulla documentazione e sull'analisi dell'architettura contemporanea con l'ausilio del calcolatore permette oggi di raggiungere livelli di comunicazione, di integrazione e di flessibilità fino a ieri completamente impensabili. È possibile predisporre materiali di grande ausilio per gli studiosi che possono essere duplicati all'infinito, che possono essere disponibili nei vari centri di ricerca, che possono essere manipolati e stampati per consentire le più varie 


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In questa pagina e in quella accanto: Lezione interattiva sull'Officina del gas di G. Terragni. (Schede, sequenze di animazione, esplorazione tridimensionale, materiali di supporto informativo).
forme di documentazione conoscitive. È possibile formare gruppi che possono adoperare il calcolatore in una maniera naturale, come un nuovo e potentissimo strumento per la ricerca di architettura.

Nota bibliografica

Nel testo si è fatto cenno a pubblicazioni dell'autore, esse sono, per quanto riguarda esempi editoriali integralmente predisposti al calcolatore: 

Louis Sauer un architetto americano, Officina, Roma 1988; Using Goals In Design, Research series CMU, Pittsburgh 1988; «Cinque Lavori di Louis Sauer. Relazione con il contesto e ricerca espressiva (...)», L'Architettura cronache e storia, n. 407, settembre 1989.

Per quanto riguarda il database grafico:

vedi in: Gerhard Schmitt, Microcomputer Aided Design, John Wiley and Sons, '88. Vedi in: Mauro Salvemini, Ambiente, territorio e informatica, Pirola, Milano '89.

Per quanto riguarda l'insegnamento con il calcolatore e le animazioni:

«Multi-Media Analyis of Seven Houses», Span, vol.5 maggio '88

Per quanto riguarda la lettura critica e la ricostruzione tridimensionale delle opere:

«Sospensione, assemblaggio, incastro e 

raccordi nell'Officina del Gas di Giuseppe Terragni», L'Architettura cronache e storia, maggio 1988; «Un vero transatlantico. Il Novocomum di Terragni (...)» L'Architettura cronache e storia, dic. 1988; «Stereometria, proporzione, vuoto e spessore. La casa del fascio di Giuseppe Terragni», L'Architettura cronache e storia, in stampa.

Per quanto riguarda la formulazione di lezioni interattive:

«Extrusion, Assemblage, Joint and Connection in the Workshop of Giuseppe Terragni», Proceedings of the 1989 Ecaade Conference, School of Architecture, Aarhus 1989 (pubblicato anche in Work in progress, Ecaade, 89/3).

Eccetto quando altrimenti specificato, i disegni che illustrano la relazione sono redatti dall'autore; quelli che si riferiscono a opere di Giuseppe Terragni sono inseriti nelle ricerche promosse dalla Graham Foundation di Chicago, Usa.


Pubblicato in
Antonino Saggio, Documentazione e Analisi dell'architettura contemporanea, Quaderno II Laboratorio di Disegno Automatico, Galeno, Perugia 1991 (pp. 89-102)
 


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Pubblicato in: Quaderno II Laboratorio di Disegno Automatico, Galeno, Perugia 1991 (pp. 89-102)