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Castel Wolfenstein invade l'architettura

Mentre in America o in Germania si creano monumenti all'Olocausto, nell'Italia d'oggi si apre un ambiguo allestimento militaresco.

Ne informa, amareggiato, Giacomo Leone, architetto del complesso Le Ciminiere.


di GIACOMO LEONE

Se quel che accade a Catania nel Centro Culturale Fieristico "Le Ciminiere", succedesse al Lingotto di Torino o alla Bicocca di Milano sarebbe oggetto di "notizia" su giornali e TV. Ciò perchè il Lingotto e la Bicocca sono "notizia" in quanto sono a Torino e Milano. E' solo una questione di cittadinanza. Se l'apolidía fosse sistema le cose sarebbero diverse.

Sul "Corriere della Sera" dello scorso 20 novembre risaltava un articolo di Claudio Magris sotto il titolo: "La nuova frontiera dell'intolleranza". Un intervento inquietante che non lascia margini a controdeduzioni nè a riflessioni. E' un avviso, un'allarme da Protezione Civile.

 
"L' iniziale revisionismo storico," scrive Magris, "talora oggettivamente motivato dalla necessità di rivedere o integrare la storiografia dei vincitori e soprattutto di correggere la strumentale retorica antifascista, sta divenendo sempre più sfacciatamente, una riabilitazione o addirittura celebrazione del fascismo e di quello peggiore. C'è, nel clima politico-culturale sempre più dominante, un'aggressiva negazione dei valori della democrazia e della Resistenza che forse ci costringe a ridiventare ciò che speravamo e credevamo di non venire più costretti ad essere, ossia intransigenti antifascisti Il fascismo sconfitto e finito era un doloroso capitolo di storia d'Italia, un fenomeno che era stato giusto e doveroso combattere. Esso andava compreso nei motivi che lo avevano generato e nei sentimenti che aveva destato, bollato nei suoi aspetti infami ( dalla violenza squadrista alle leggi razziali, all'irresponsabile entrata in guerra), valutato con obiettività in alcuni suoi risultati positivi il presupposto di questa comprensione era l'inequivocabile condanna del fascismo quale ideologia sciovinista e talora razzista, quale movimento totalitario il fascismo era dunque una storia oltre il rogo; proprio perché l'antifascismo era l'indiscusso fondamento della vita civile; ci sembrava inutile ?talora fastidioso o truffaldino- professarlo retoricamente o, peggio, usarlo nella nuova, diversa lotta politica del presente pensavamo che l'antifascismo fosse finito in quanto non necessario ma tutto questo è possibile solo su una base di una condanna del fascismo così definitiva da non aver bisogno di essere ribadita".


A Catania, come altrove, nascono dei sopravvissuti: nostalgici di un fascismo maccheronicamente tramandato. Il voto di destra si nutre di cicliche proteste elettorali in attesa di fioriture meno manipolate e meglio innestate. L'on.le Nello Musumeci (Destra Nazionale), Presidente della Provincia e dell'Azienda per il Turismo, deputato europeo, delfino regionale dell'on.le Fini e coordinatore delle grandi sventure (terremoti ed eruzioni) si accinge a inaugurare, a Catania, alle "Ciminiere" un "Museo dello sbarco alleato in Sicilia" in sostituzione del "Museo delle arti, dei mestieri e delle tradizioni" come approvato da decreto regionale nel 1989. Due milioni di euri di spesa, quanto sarebbe bastato per mettere in sicurezza antisismica l'intero complesso. Proprio quando l'on.le Fini si dissocia spingendosi a dialogare con Israele, a Catania, il suo delfino, promuove e finanzia un Museo permanente del più vieto revanscismo fascista.Per esorcizzare le cause della disfatta fascista e del sacrificio dei resti di un esercito sguarnito e disarmato mandato allo sbaraglio, l'on.le Musumeci fa evocare: Alleati e Mafia, enfatizzando gigantesche svastiche naziste, riproduzioni da Museo delle cere (Mussolini, Vittorio Emanuele III, Churchill, la resa di Cassibile.....), macerie, ricoveri, distruzioni subìte, credere obbedire combattere. E nessun imbarazzo. Nei tre piani dell'edificio il cui interno è stato devastato e sconvolto, sono disseminate centinaia di armi leggere e pesanti, ordigni di ogni genere, mitragliere, cannoni, riproduzioni presepiali e Disneyane, esaltazioni d'eserciti, simbologie di guerra.

Per annunciare l'apertura del pretestuoso Museo della guerra nazi-fascista, la si fa precedere da una mostra-concorso di modellistica di guerra che concorrerà al "Trofeo del Museo storico dello sbarco in Sicilia" messo in Palio dalla Provincia di Catania. "Un hobby intelligente che ti spinge a confrontarti con la storia" sostengono gli organizzatori e " LA SICILIA" dandone notizia, assicura che "tra i diorami prevalgono i soggetti di guerra classici ma non manca un ricordo dell'olocausto con il campo di concentramento di Dachau".

L'allerta di Claudio Magris, più che un'esortazione, è un monito.

Giacomo Leone, architetto Catania



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