Corso di Progettazione Architettonica Assistita

Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Università La Sapienza ?Roma. Aperto a studenti dell'Orientamento Multimediale Dudi

TERRAGNI FUTURO Corso Monografico

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5. La storia del telaio. Una progressiva liberazione
 

e due corpi parallelepipedi per i forni veri e propri). Qui fa la prima com-parsa un tema che sarà tipico del Terragni ma-turo: la caratterizzazione della facciata attraverso la struttura a telaio. Non vi è la sepa-ra-zione tra telaio ed edificio, che sarà tipica delle opere milanesi e sviluppata nelle ultime conseguenze nella villa Bianca, ma è presente la stessa asimme-tria tra l’articolazione della trama strutturale ri-spetto all’ef-fettiva massa volu-me-trica che si ha nel fronte principale della Casa del fa-scio p.22
 
 

Il vuoto centrale si rivela come il negativo del solido entro cui è ricavato, come se volume pieno e vuoto interno facessero parte di uno stesso mondo e si richiedessero - anche nell’uso del telaio strutturale a vista - l’uno con l’altro .p. 44
, e con la ri-ucitura del telaio nell’ultima campata).p.45

il terzo, ideato a ri-dosso del conflitto, non fu mai realizzato. Ricostruito ed esposto in modello alla Biennale veneziana del 1976, il primo progetto rimane una delle opere più pure del Razionalismo: in una costruzione di acciaio e vetro si incrociano feli-cemente alcuni motivi tipici di Terragni (il gra p. 56
 si serve dell’ossatura a telaio: nella Rustici il telaio diventa un grande bow-window che si appende al di sopra del seminterrato e del primo piano.

sviluppo della forma architettonica che - come a Como - si serve dell’os-atura a telaio: nella Rustici il telaio diventa un grande bow-window che si appende al di so-pra del seminterrato  p. 59

Infatti il grande telaio che caratterizza il fronte e che ne esprime sin-teti-camente la novità, non trova nel resto dell’e-diicio né un sommesso contro-canto, né un convincente motivo antagonista. Tipico di questa incertezza è l’ambiguo uso dell’ossatura a vista nei fianchi, p.58
 

... Il sistema di comporre la facciata della Toninello basato sul telaio (anche se inver-tito è il rapporto avanzamento-arretramento) sembra identificare una sintassi p. 60
 

2. Il «Telaio» dalla Villa del floricoltore alla villa Bianca
La villa Bianca è preceduta da una serie di progetti di case uni-fami-liari: un tema ideal p. 66

. È l’incorniciatura a telaio nella fac-ciata - d’ora in avanti «il telaio» - che aveva fatto la sua prima comparsa nel re-tro dell’Officina del Gas, ma che è il motivo saliente della Casa del fa-scio progettata negli stessi mesi.
Il telaio consente di avere una doppia parete: una sul fronte esterno (a protezione dalla luce e che delimita logge o portici) e l’altra, più arretrata, che raccoglie gli infissi.
 

la parete stessa a racchiu-dere il volume, qui Terragni elabora il tema della doppia parete e del telaio. Invece del motivo a loggiato, l’archi-tetto inventa un te-laio-gigante che racco-glie tutta la costruzione. 67
 

Il telaio - usato per ritmare, uniformare e dare chiaroscuro nella Casa alla V Triennale e trasformato in un macro contenitore nella Villa sul lago del ’36 ? compie un altro passo della sua evoluzione. Diviene un elemento an-tagoni-sta al volume, si svincola così dagli usi precedenti per a-fian-carsi agli altri elementi «liberi» della casa. La rampa, le scale, la pensiline, il balcone  in-sieme al telaio cospi-rano la messa in crisidel volume: lo scontro volume-telaio del fronte su strada, la rampa di accesso sul retro, le pensiline del tetto che si proiettano fuori dalla linea della casa, l’aggetto del bal-cone sull’in-gresso attaccano, sbilanciano, spin-gono in tutte le direzioni degli assi carte-siani il blocco ste-eometrico. Perché, naturalmente, in questa nuova interpre-tazione, il volume non è più sospeso ma appoggiato, ancorato direttamente al suolo,  p. 69«coricato» come diceva Pagano.
 
 

. L’asilo condivide con la villa il ruolo indi-pendente che gioca il te-laio, ma assume nel rapporto con la natura un nuo-vo accento.ASILO SI ASILO NO
 

L’inizio è segnato dalla presenza, sulla strada, dello stesso telaio adope-rato nella villa Bianca: un elemento antagonista al volume pieno, un pezzo di struttura sbilanciata nello spazio. Il telaio però non serve solo ad attaccare l’uni-ta-rietà del volume, a metterlo in crisi dinamica-mente, ma è il prodotto della pressione esercitata dal giar-dino. È un segnale del cuore verde del pro-getto. E al giardino il telaio ri-manda: nell’allinea-mento e nella medesima larghezza - quindi nei reci-proci traguardi visivi - e nella pre-enza di una striscia di verde a prato in-cisa nel pavimento
 

di progettista partico-larmente affilati: la ripartizione pla-ni-me-trica in tre fasce, il telaio-loggiato, il telaio-gigante, il telaio-antagonista e, natural-mente p. 84

Il prospetto a nord è una delle composizioni più belle di Terragni. Un blocco solcato da tre lunghe asole si distacca dalla parete retrostante sbilanciando l’architettura. Dietro al corpo avanzato, il si-stema della tettoia e delle pensiline dell’attico si innalzano verso il cielo in una nuova interpretazione del telaio.p. 85
 



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