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Sul significato profondo dei layer, degli affioramenti, delle stratificazioni (Eugenio Tescione)
 

Il testo che segue è stato generato  da due articoli: un articolo di  Eugenio Tescione dedicato a "Beniamino Servino La Casa dei Fratelli Falegnami" su Arch'It vai e un articolo di Saggio intitolato "Affioramenti" su Arch'It "Coffee Break" vai
In questo testo il Dr. Tescione, partendo dalla propria area disciplinare, risponde a una domanda specifica sulla relazione tra psicologia e architettura  all'interno della grande categoria della stratificazione. In particolare "Perchè il desiderio parte dal basso?"  La lettera inizia ricordando l'articolo su  "La casa dei fratelli falegnami" e prosegue:
 

Appena ho potuto, ho letto il suo "Affioramenti", suggestivo non solo nel titolo ma anche soprattutto per i concetti illustrati e le evocazioni che suggerisce in chi si occupa prevalentemente di architettura della mente.

C'è la possibilità, infatti, procedendo per via di metafora, di trovare intensi legami tra quanto lei ha scritto e quello che sostiene la teoresi psicoanalitica, denominata spesso anche "psicologia del profondo". Freud ha spesso usato metafore di varia natura per illustrare le sue intuizioni: piuttosto famosa è forse quella che associa il lavoro dello psicoanalista a quello dell'archeologo, entrambi impegnati nel far affiorare attraverso stratificazioni sovrapposte i "tesori" lì sotto sepolti. Il loro lavoro procede dall'alto, ma questo vuol dire che il paesaggio si è andato costruendo attraverso un procedimento inverso, e cioè dal basso.

Ancora, sempre lui, Freud, suggeriva di vedere il nostro spazio mentale come una casa a più piani: nei piani alti abitano le nostre migliori intenzioni, la rappresentazione di noi più accettabile, il nostro agire e il nostro desiderare che ci spingono alle cose egregie, anche alla astrazione che produce contributi alla teoria scientifica, o che fa comporre versi. Questi abitatori dei piani alti si comportano come quei ricchi, o nobili, che disdegnano i parenti poveri, maleducati, caciaroni... che però abitano la stessa casa, solo che stanno ai piani bassi, nei sottoscala, nel cantinato. Sono parenti, seppure alla lontana.
Sono forse un pò troppo abituato a pensare in termini topologici tali da farmi considerare naturale la collocazione del desiderio nel basso. Forse sono anche un pò troppo abituato a considerare (e in maniera decisamente anti romantica) l'espressione "desiderio" come complessa, vale a dire come una costellazione che include una stratificazione che procede dai "bisogni" (gli elementi più in "basso"), dagli istinti, dalle pulsioni, fino ai desideri più "alti", le aspirazioni di realizzazione attraverso comportamenti etici. In fondo, che tra fratelli ci possa essere invidia è piuttosto naturale; che questa invidia possa essere alimentata da odio e possa produrre fantasie omicide, lo è ugualmente; che possa avere spazio nella mente il desiderio di sottrarre spazio all'altro e di conquistarlo solo per sè, è alla base del desiderio di fare guerra (quante volte definite fratricide). Ma fortunatamente questi elementi mentali non producono sempre o solo distruzione: la loro trasformazione produce costruzioni.

La trasformazione degli elementi del basso presuppone un procedimento fluido, un produrre water front, soglie liquide mobili, non stagnanti, che possano far affiorare (a volte di più, a volte di meno) la loro presenza, unica speranza che io credo abbiamo per poterli controllare: l'orografia è una, anche se molte montagne (ricorda la metafora dell'iceberg?) stanno sott'acqua.

Mi scusi, non sono riuscito ad essere breve, e, sicuramente, neanche esaustivo. Il fatto è che non solo la sua domanda, ma soprattutto il suo articolo hanno la caratteristica della profondità, e quando ci si spinge in basso è difficile trovare risposte, si trovano solo altre domande.

Eugenio Tescione

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