Da: "stefano tosti" stefanotosti@hotmail.com

Data: Mer, 27 mar 2002 15:30

 

 

La funzione simbolica dell'architettura merita particolare attenzione.

La prima reazione di fronte ad un simbolo è la perplessità su quale sia il suo significato, perché quand'anche ci sembri immediatamente percepibile, ci domandiamo quale sia il reale valore semantico o, meglio, quale sia stato nelle intenzioni dell'autore. Di fronte a dei simboli siano essi più o meno intelligibili, ci dobbiamo domandare cosa significhino e come si possano interpretare, perché in architettura è difficile accettare un territorio non indagabile.

Se l'autore ha inserito nell'opera alcuni simboli, il compito di analizzarli spetta all'interlocutore. E' quindi dall'azione sinergica dell'autore e del suo interlocutore che si genera un universo semantico che assume significati diversi, quasi caleidoscopici, a seconda di chi sia l'interlocutore.

Attraverso questo rapporto l'opera si rigenera e rinnova assumendo di volta in volta significati nuovi e forse neppure"immaginati" dall'autore.

Questo perché l'architettura è una forma di espressione e perciò anche se l'autore ha ben chiaro significante e significato questi vengono poi rielaborati dall'interlocutore secondo il proprio punto di vista.

 

In alcuni autori la personalizzazione dello stile diviene prevaricante, cosicché il prodotto rischia di restare chiuso nell'autobiografismo.

E' forse preferibile la posizione di chi pur conservando la paternità dell'opera, accetta l'ipotesi di uno scambio con il pubblico, di chi offre opere non univoche nel messaggio, disponibili all'appropriazione del futuro utente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Un'opera sarà tanto più apprezzabile quanto più dimostri di avere un'ampia stratificazione di significati.

 

Stefano Tosti
stefanotosti@hotmail.com