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Antonino Saggio I Quaderni


            8. Contextual Object. Concorso per
              l'area di Venezia-Cannaregio,
            Venezia 1978
Talks
Polis University
Master Lecture and Workshop 2024
Drillings
        into the Future 
      Six and 1/2 Design Operations of Peter Eisenman
    
    
....
Antonino Saggio, Giuseppe
          Terragni Vita e Opere, Editori Laterza, Roma
      Bari 1995, 2011 4ed. ^^
      Antonino Saggio, Peter Eisenman trivellazioni nel
          futuro, Testo&Immagine, Torino 1996 ^^
      Antonino Saggio, Architettura e Modernità Dal
          bauhaus a La rivoluzione Informatica, Carocci,
      2010 ^^

      
      NB: All quotations in this web page are
        coming from the above book of the author on P. Eisenman
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Antonino Saggio
                Giuseppe Terragni Una Biografia critica
                Letteraventidue, Siracusa 2022
                  Con un contributo di Peter Eisenman e una
                presentazione di Francesco Tentori
          
        
http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/terragni/
        
I - IMPLOSION
      II - CUT
      III - LAYEREDS GRIDS
      IV - IN BETWEEN
      V - SWINGING
      VI - TOPOLOGICAL LAND FORM
      VII - TELLURIC FORMALISM
I - IMPLOSION
2. Giuseppe Terragni, Casa Del Fascio 1932-36 - Casa Giuiani Frigerio 1939-1943 Como
. 
....... 
..
2. House II. Hardwick, Vermont
      1969-70
      "...La perimetrazione esterna richiama la
        presenza della forma primaria e lo stesso uso del telaio della
        Casa del fascio, ma l’interno mette in azione lo slancio
        dinamico della Giuliani-Frigerio. Il telaio di conseguenza non
        definisce più intagli geometrici sul cubo ma diventa un piano
        astratto, una struttura trasparente lasciata all’esterno per
        trattenere i piani che esplodendo vorrebbero eliminare la
        gabbia.
        La soluzione che Eisenman dà al conflitto che aveva scoperto in
        Terragni ha una parola: Implosione. Una esplosione delle pareti,
        dei piani, dei volumi che però non invade l’esterno ma è rivolta
        verso il dentro, verso se stessa. Una violenta reazione chimica
        viene trattenuta ed esaminata dentro una provetta..." cit. ^^
        p. 20
    





2. Notes on Conceptual architecture, 1967

3. House III. Lakeville,
        Connecticut 1969-71
      ...La struttura diventa sovrabbondante,
        doppia, tripla, ma non per rivelarci una tensione e un modo di
        affrontarla (come nella House II) ma semplicemente quale
        ripresentazione della scelta che ha generata la forma. cit. ^^
        p. 24
..



4. House IV. Falls
        Village, Connecticut 1971
      ...L’Implosione qui è risolta nel modo
        tutto sommato più naturale: uno spazio quadrato centrale con gli
        ambienti principali distribuiti su livelli sfalsati e uno spazio
        a corona esterna che contiene un secondo diaframma. Naturalmente
        questo diaframma si svuota o si chiude, varia leggermente, a
        volte manca completamente per far percepire tutta la profondità
        dello spazio. Un’opera estremamente ben congegnata, che rivela
        con didattica evidenza come risolvere il problema, ma che anche,
        per questa stessa sicurezza, rischia di innestare una routine,
        uno stile, che il giustamente irrequieto Eisenman rifiuta. p. 25


5. House VI. Cornwall,
      Connecticut 1972-75
      ...Appaiono “scatole volume” sovrapposte o
        scalettate svuotate in alto o in basso, ma appunto non più piani
        ma volumi. È un’azione che l’architetto non porta alle estreme
        conseguenze e che coesiste con bizzarre travi in aggetto a mo’
        di cornicioni o basamenti e dall’altrettanta incongrua presenza
        di setti liberi (fragili memorie delle operazioni tutte diverse
        compiute nelle altre case). p. 28



II - CUT
6.
        House X. Bloomfield Hills, Michigan 1975-78
      ...Questa poetica per volumi esplosi si
        basa su un percorso anulare che, legando tra loro le varie
        situazioni del lotto, attraversa in discesa la casa
        suddividendola in due parti. Il percorso incontrando la casa si
        trasforma in una scala, i cui pianerottoli generano altri due
        blocchi distinti per lato. Una mossa questa volta «centrata»:
        innanzitutto funzionalmente, perché i quattro quadranti, creano
        spazi altamente fruibili, collegati tra loro dalla spina in
        discesa ma ognuno autonomo (zona giorno, studio, sala di
        servizio, camere per gli ospiti per i circa 730 mq complessivi).
        Ogni blocco inoltre è dotato di un autonomo sistema di scale che
        permette di accedere al livello superiore con stanze o terrazze
        sull’intera superficie coperta o solo su delle porzioni. I
        quattro quadranti staccati e a un tempo collegati si possono
        articolare in differenti altezze e far dialogare tra loro i
        materiali. Eisenman vi userà sia le reti (poi tipiche di Gehry)
        che i rivestimenti in panelli di alluminio (che saranno di
        Meier) ma anche gabbie modulari vetrate che dal percorso
        fuoriescono lateralmente. p. 29





9. Fin
        d'Ou T Hous S, 1983
      ...L’opera elabora gli stessi temi delle precedenti (trasformando
      le “L” in un cubo mancante di una parte). Vi riappare, a chiusura
      di un ciclo aperto quindici anni prima, il motivo del telaio
      terragniano. Siamo nel 1983, in un anno di ricominciamento anche
      dal punto di vista personale. p. 32



III - LAYEREDS GRIDS
7. House XIa. Palo Alto e
      Concorso per l'area di Venezia-Cannaregio, Venezia 1978
        ...La casa da una parte usa la nuova ricerca sul volume e sui
        materiali (emergono due tessiture: una vetrata con montanti
        molto ravvicinati come una serra e una seconda invece monolitica
        che si intreccia sovrapponendosi alla prima) dall’altra
        manifesta una intenzione di radicarsi alla profondità. Il
        progetto, sfrutta l’antico interesse per le geometrie ad “L”
        muovendole però su tre dimensioni, sovrapponendole e ruotandole
        a spirale con la figura dell’elica o meglio, bisognerebbe dire,
        della trivella. 
        Sempre per il progetto di Venezia-Cannaregio disegna un
        “Contextual Object” [accanto] che toglie quel minimo di
        rassicurante presenza del padiglione di House XI. Si presenta
        come una casa-sezione: un pozzo di trivellazione. Come non
        pensare alla follia analizzata da Foucault, che Eisenman cita
        ora ripetutamente, o alla famosa citazione del dialogo
        Marat-Sade di Peter Weiss. Nel fosso buio del rivoluzionario
        deluso Marat, per uscire ci si può aggrappare solo ai propri
        capelli. p. 32

From Cannaregio to Castelvecchio
10. Edificio d'Abitazione per
      l'IBA. Checkpoint Charlie, Berlino 1981-85
      ...L’opera ripresenta l’idea di frattura,
        di lacerazione sia nei tracciati con cui è incisa l’elevazione
        che nella dinamica frammentazione delle masse. ... Gli
        appartamenti sono serviti da una scala comune posta nel retro e
        sono distribuiti da un ballatoio che si ripete nei sette piani.
        
        Alla base del progetto questa volta non sono i meccanismi
        sintattici della architettura di carta, ma appunto l’idea dello
        sterro. Per cui l’edificio, con le parole dell’architetto, è
        come «sollevato» da un terreno archeologico: le masse «sono
        letteralmente fossili fuoriusciti dal piano orizzontale del
        terreno».
        Il progetto realizzato non ha la capacità di rappresentare tutti
        i suoi complessi rimandi soprattutto perché non può contare sule
        parti che Eisenman aveva proposto nel progetto di concorso. p.
        36


 

11. Parco de la Villette. Parigi
      1986 con Jacques Derrida
      ...È una serie di dislocamenti e
        sovrapposizioni di griglie su un’area di circa 210 metri per 270
        che hanno origine da frammenti di storia rintracciate nelle
        mappe. L’esito è un intrigante collage, (fa pensare ai lavori di
        Mimmo Rotella che scorticava i manifesti pubblicitari che negli
        anni erano stati sovrapposti l’uno all’altro), ma manca di una
        strutturazione spaziale convincente. p. 39

13. University Art Museum.
      California State University, Long Beach, California 1986
      ...I tracciati usati per modellare il
        progetto con la tecnica del palinsesto derivano di nuovo dalle
        planimetrie storiche dell’area (il ranch che vi preesisteva, il
        campus insieme alle planimetrie della famosa faglia californiana
        e poi il fiume, la costa, il canale). Ma non è il collage o il
        palinsesto il solo motore dell’operazione perché le tracce
        entrano in relazione con l’organizzazione spaziale. Una cavea
        diagonale (allo stesso tempo percorso, elemento paesaggistico,
        giardino di sculture all’aperto e organizzazione degli eventi
        museali che vi si addossano) e un percorso sopraelevato a
        mezzaluna che la attraversa. Una doppia geometria, secca e ben
        risolta, che come nel Wexner, si addossa a un edificio
        preesistente. Cavea diagonale e mezza luna proiettano linee di
        forza anche negli altri angoli del sito legando insieme, il
        parco, gli edifici, il lago. Rimane uno dei più intriganti
        progetti di Eisenman. p. 44

 


14. Carnegie-Mellon Research
      Center. Pittsburgh, Pennsylvania 1987-1988
      ...da una più ambiziosa e interessante
        ipotesi che si confrontava con la sinuosità del fiume
        (attraverso due linee di cubi di scala e di altezza diverse, che
        si sovrapponevano parzialmente in un doppio spessore), si riduce
        progressivamente di dimensione e al contempo si complessifica
        plasticamente (con una serie di operazioni di Sottrazione,
        Incastro e Intersezione e con una serie di altre strutture
        filiformi a ricordare le forme degli altri prismi virtuali) al
        punto da preoccupare i timidi amministratori dell’Università che
        affidano l’incarico ad altri progettisti. p. 48




15. Biocentro. Unversità Goethe,
      Francoforte sul Meno 1987
      ...Ai cubi frammentati e costosi del
        Carnegie Center si sostituiscono cinque blocchi di laboratori
        semplici e funzionali che si attaccano su entrambi i lati di una
        spina centrale. La spina è l’occasione per creare nuove più
        complesse geometrie: per articolare a “V” o a “U” l’attacco dei
        corpi dei laboratori, per spezzarli in due parti, per indicare
        la regola della futura crescita dell’organismo, per articolare
        le necessarie eccezioni (auditorium e servizi specialistici). La
        dialettica tra elementi ripetibili e variazioni è l’inizio di
        una tecnica di riduzione pragmatica delle necessità concettuali
        al farsi realistico della costruzione. Avrà un seguito. p. 52







IV - IN BETWEEN
12. Wexner Center for the Visual
      and Fine Arts. The Ohio State University, Columbus 1983-89
      ...tra gli edifici preesistenti penetra una
        maglia reticolare tridimensionale; una costruzione-percorso che
        trasforma lo spazio di risulta in nuovo fulcro, simbolico e
        funzionale, del progetto. Lungo la rampa che vi scorre, si
        snodano i percorsi e i fatti espositivi, si accede agli edifici
        esistenti sui due lati e alle estremità alle attrezzature
        richieste dal programma. L’idea dello spazio “tra” le cose come
        strategia di progetto (lo chiamerà, teorizzandolo anche negli
        scritti, «il between») fa qui la prima convincente apparizione.
        p. 40





V - SWINGING
a cration of a filed of forces within which the game of the project can take place
16. Casa Guardiola, Santa Maria
      del Mar, Cadice, Spagna 1988
      ...Chora è come le tracce del mare sulla
        sabbia. Le onde sulla spiaggia cui guarda questa casa, non sono
        un oggetto nello spazio «ma soltanto la registrazione di un
        movimento» che poi sarà cancellato e riscritto. Le tracce
        regolatrici, le memorie degli sterri archeologici si trasformano
        ora in questa impalpabile presenza, una assenza ogni volta
        riproposta attraverso la fragile presenza di un movimento. La
        stessa dello scodinzolio del cagnolino sulla tela. 
        Eisenman disegna la casa sul movimento ondulatorio della sua
        famosa “L”. Le geometrie che ne derivano, vibrano, dondolano,
        ruotano una sull’altra in pianta, sezione, alzato. Attraverso
        questi movimenti si vengono a creare booleanamente (a volte con
        l’Incastro altre con la Sottrazione altre con l’Intersezione)
        gli spazi, si forma il percorso che come House X attraversa
        scendendo la costruzione e nasce, soprattutto, una nuova
        estetica. p. 56









17. School of Architecture ,
      University of Cincinnati, Cincinnati, Ohio 1988-81
      ...Il progetto, doveva rispondere a una
        doppia esigenza: riorganizzare gli spazi della facoltà esistente
        e poi edificare altre attrezzature (biblioteche, sale mostre,
        teatri studi uffici) che ne raddoppiasse quasi la superfici
        utile. La prima idea è relativamente semplice. Alla struttura
        dell’edificio esistente, che si muove funzionalisticamente a
        zig-zag sul terreno, viene aggiunta una struttura ad andamento
        ondulato che contiene le nuove attrezzature. Ma l’idea geniale
        scatta solo dopo il progetto di Guardiola e consiste
        nell’applicare la tecnica del Blurring simultaneamente al nuovo
        fabbricato e a quello preesistente. Entrambe le geometrie di
        base vengono duplicate e ruotate con la tecnica del cagnolino di
        Balla. Nasce un moto ondulatorio doppio: uno più geometrico
        (quello del vecchio edificio) l’altro più fluente determinato
        dalla curva in cui si organizzano le nuove funzioni.
        Apparentemente una pura follia, ma il risultato è di
        sconvolgente novità e di grande interesse perché queste due
        geometrie, giocando con incastri sottrazione e intersezioni
        reciproche dettano la conformazione dei nuovi spazi, dei volumi
        e delle stesse geometrie terrazzate o vegetali che si proiettano
        nel sito. Il progetto sembra un Yen sens [?], il simbolo
        orientale dell’amore, che fa vibrare e fremere le forme una
        sull’altra in un incessante moto ondulatorio. p. 60












VI - TOPOLOGICAL LANDFORM
18. Greater Convention Center,
      Columbus, Ohio 1989-93
      ...Eisenman per ottemperare alle necessità
        pratiche ed economiche deve effettivamente creare un volume
        rigido. Ma su questo innesta ondeggianti strutture che
        richiamano il sovrapporsi delle curve di livello, le tracce
        delle onde sulla spiaggia, ma anche gli innesti stradali vicini.
        Il risultato è che agli insulsi capannoni con frontalini degli
        abituali Convention center (luoghi coperti per grandi
        manifestazioni espositive) si sostituisce un’immagine nuova: una
        architettura senza un’unica facciata, perché ogni onda si
        presenta autonomamente all’esterno con un fronte ruotato, e dove
        le colorate e mosse coperture (visibili dai grattacieli
        limitrofi) sparano le linee dei laser in movimento sulla città.
        Gli interni sono bellissimi. Forse meno di quelli della Facoltà
        di architettura, ma questo progetto esiste: fa pensare anche le
        persone di Columbus e non solo gli architetti che leggono i
        disegni. p. 64


23. Max Reinhardt Haus. Berlino
      1992
      ...L’idea dello sterro che aveva fatta la
        sua comparsa sin dal progetto di Berlino e i frammenti minerali
        fuoriusciti da improvvisi movimenti sotterranei (riemerge in
        alcuni edifici alti come nei progetti della Max Reinhardt Haus a
        Berlino, un grande arco ma qui composto di segmenti poliedrici,
        e negli uffici Alteka in Giappone [pagina seguente]) . p. 32

..
 19.  Alteka Office
      Building 1991
    



30. Rebstock Park, Quartiere
      Residenziale. Francoforte 1990
      ...Eisenman usa a Rebstock park il concetto
        di tessuto e la griglia ordinatrice, ma li rafforza con la
        propria idea dei tracciati urbani e degli sterri. Per cui alle
        griglie ortogonali tradizionalmente adoperate nei sistemi
        insediativi bassi ad alta densità, egli sostituisce tre
        tracciati tra loro diversi: il primo a maglia larga derivato dal
        sistema del grande geografo Mercatore, un secondo a trama fitta
        di un’area limitrofa, un terzo mistilineo che segue i confini
        ondulati dell’area di progetto localizzata tra gli anelli viari
        del cosiddetto “terzo anello verde” di Francoforte. I tre
        sistemi entrano in tensione. I vertici del sistema mistilineo si
        congiungono a quelli ortogonali deformando, piegando le linee
        perpendicolari in una serie di spezzate: un campo deformato che
        fa pensare a come l’energia gravitazionale degli edifici plasmi
        lo spazio tempo. p. 80






30. Chiesa per l'anno Duemila, Roma 1996







30. Parco della cultura, Saniago de Compstela 1999-
. 
31. Il giardino dei Passi Perduti, Verona 2003


      .
VII - TELLURIC FORMALISM
28. Uffici Koizumi Sangyo, Tokyo
      1988-1990
      ...Nell’altro palazzo realizzato sempre a
        Tokyo (uffici Koizumi-Sangyo), Eisenman dimostra con evidenza
        che per raggiungere i suoi messaggi (Tokyo come sintesi di luogo
        e “non-luogo”), non bisogna necessariamente decostruire l’intera
        fabbrica (con gli immaginabili costi), ma si può agire cercando
        una tensione dialettica tra le parti: le une standard (in questo
        caso la scatola uniforme dei diversi piani) le altre eccezionali
        (il grande bow-window di tre piani ottenuto con una rotazione
        progressiva di pannelli e bucature su la forma a “L” di base).
        p. 76












27. Uffici Nunotani, Tokyo
      1990-1992
      ... Gli uffici Nunotani a Tokyo oltre a
        specchio convincente della caleidoscopica società giapponese e
        della telluricità del territorio – presentano dei modi
        innovativi di organiz-zazione dello spazio. Il core (blocco
        centrale di circolazione verticale e servizi dell’edificio
        multipiano) assume un originale perimetro poligonale che è posto
        nella zona di sovrapposizione dei due quadrati sfalsati in cui
        si suddivide il fabbricato. La localizzazione e l’andamento del
        blocco determina percorsi e viste interne ricche di sorprese. p.
        72







Read Antonino Saggio text 
        "Moving Lines from Cannaregio to Castelvecchio"

Peter Eisenman e Antonino Saggio
      in
        occasione della Laurea honoris Causa a Peter Eisenman
      Università la Sapienza, Aula Magna del Rettorato, Roma
      22 marzo 2004