Antonino Saggio I Quaderni
 
 

Coltivatori della Mente


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Ciclo 2005 The Tool
Commenti Alla Prima Conferenza il Motivo di Sant'Ivo- Saggio
 

Antonino Di Raimo 2004 <antonino_diraimo@hotmail.com>

IMBOTTIGLIATO
Vorrei aggiungere che Borromini ha letteralmente “IMBOTTIGLIATO” il tema di cui sarebbe riduttivo pronunciare il nome. S. Ivo è un’ampolla alchemica medievale, ormai trasformata in bottiglia, che racchiude quella sola materia particolare che si direbbe le abbia conferito la sua forma. E‚ molto bello (e io lo condivido appieno) quello che lei ha detto ieri citando di nuovo “La via dei Simboli”: non più valigie fatte in fretta, di forme ripiegate, camicie stirate dal colletto inamidato, repertorio simbolico separato dagli indumenti intimi dell'architettura (le sue mutande, i reggiseno,i calzettoni di lana, sotto le scarpe,  e poi le cravatte, la giacca e il dentifricio) E l’architetto che si alza presto per non perdere l‚ultimo volo verso il suo sogno  E‚ invece l’epoca della Coca Cola, bevanda frizzante e globale, (quante lingue umane conoscono questo gusto?) spumeggiante e dolce, che modella l‚architettura stessa della bottiglia, che senza quel liquido color caramello che ha gonfiato il vetro sarebbe semplicemente incomprensibile. Borromini ha racchiuso la polverina alchemica del tema dentro l‚architettura, e la forma è stata la reazione di quel processo chimico. Processo che porta ad una concavità e convessità che è naturalmente solo frutto del punto di vista: chi è concava Anni Lennox? E David Bowie è convesso? O viceversa? O dobbiamo solo assistere alle loro nozze per capire S.Ivo? E il cielo è davvero la volta celeste di cui in virtù del movimento di cui siamo fatti immaginiamo la forma sferica  o sono delle traiettorie planari (degli spicchi) che tendono verso il-un culmine?
A noi non resta solo che vedere precipitare la bottiglia, costatarne la fragorosa esplosione quando si abbandona alla gravità; sentire il musicare rumoroso della materia quando impatta diverse nature e diverse geometrie, osservare cosa trasuda dallo scontro: sangue, (o liquido che anima la materia appena lacerata) forma dei frammenti, nuove unità di inattesi significati.
Buon inizio caad 2005. Spero che i tulipani abbiano aperto il loro timidi boccioli..

P.S.: la settimana prossima, verso giovedì mi farò sentire per farle vedere la presentazione.FB veniva dal Canton Ticino. La forza delle Alpi. I tedeschi usano il verbo “wandern” (non proprio traducibile in italiano) per parlare delle lunghissime passeggiate in montagna, dove ci si perde tra natura e pensiero.
 

una grande riflessione sarebbe da fare sulla concavità convessità, che poi è il "tema" della "piega" di Deleuze... La non linearità implicherebbe automaticamente ambiguità, come i teorici del non lineare sanno bene. Borromini è in un certo senso TRANS-Gender, laddove per gender si intenderebbe il genere in architettura. Se riflettiamo sulle architetture nel solco della tradizione, esiste (eccome) un'identità di genere (sto sempre pensando ad una lettura dell'architettura nel solco della "via dei simboli"). A lezione in fondo lei ha delineato un processo compositvo che prende corpo per GIUSTAPPOSIZIONE degli opposti: due triangoli che si intersecano orientati in maniera giustapposta/ i vertici che diventano curve o spigoli...ecc. Sul vertice che diventa curva credo che davvero ci sia lo spirito barocco... Su qusto ci sarebbe molto ancora da dire. Ma ci basta per ora pensare che accettare la stella e contemporaneamente raccordarne i vertici è un'operazione che si proietta (attraverso 3 vecchietti che si tengono per mano, come direbbe Madame Yourcenar) nel vivo di questi giorni nostri.grazie ancora e sempre.
antonino
 

Antonia Marmo 2002 <antonia.mar@katamail.com>

Pro-Memoria
Provo a seguire un filo sottile di pensiero, senza particolari direzioni.
Salti in nuove dimensioni spazio-temporali. Strumenti come anelli di Moebius, prodotti dall’uomo per fare-pensare delle cose nuove, che a loro volta lanciano nuove possibilità e inaspettate visioni-rappresentazioni del mondo, generando nuove logiche. Corsa infinita agli “armamenti” hardware-software, infinitamente estesi, infinitamente piccoli, infinitamente potenti. Voglia di nuove alchimie e codici da dipanare...
Mi viene da parlare di Memoria. E penso a tutte le accezioni .
Memoria-traccia-tracciato.
Memoria-ricordo-richiamo.
Memoria-raccolta-accumulo.
Memoria-trasmissione-restituzione.
Memoria individuale, memoria collettiva.
Memoria come elaborazione di ciò che si è depositato nel tempo, dell’immagine-anima di un mondo. Memoria dimensione materiale verso dimensione immateriale, materia trasfigurata, metaforizzata, elaborata in chiave simbolico-mitico-emozionale.
C’è il mezzo-strumento e c’è il risultato, la forma in cui si accumula/rende, che diventa memoria. Che sia un codice, un libro, una musica, un abito, un’opera d’arte, un’architettura, si tratta di cogliere e trattare elaborare informazioni, secondo quello che ci chiede/pone davanti un tempo. Lo strumento è un prodotto di un tempo e permette salti di pensiero esponenziali, ne rovescia le visioni e organizza memoria secondo nuove categorie e modalità. Ecco, mi viene da pensare a come si organizza le memoria di un tempo a seconda degli strumenti del tempo, a come cambia, a come viene restituita.
Oggi, memory cards, aggeggetti quasi “alchemici” minuscoli contenitori di ram estese ed estensibili si presuppone all’infinito, supporti che racchiudono, muovono, processano informazioni e le rendono disponibili a qualsiasi richiesta-elaborazione…mi pare che si vada verso il dispiegarsi di una dimensione quantica, capace di comporre contrasti, semplificare appiattire e allo stesso tempo complessificare ed estendere amplificare all’infinito, dimensione invisibile e fortemente e velocemente presente in potenza. Logica del multilayer-multidimension, informazioni compresse avvolte arrotolate su se stesse, una carica in potenza, pronta a di-s-piegarsi a nostro piacimento. È come dire che le Superstringhe sono qui! Strumenti che consentono logiche non lineari, di attingere dal caos e tirare fuori “prodotti-memorie” di questo nostro tempo. Non a caso Toyo Ito indice un concorso dedicato alle nuove generazioni per una casa multidimensionale…massima espressione di memoria collettiva da dispiegare con il nostro sapere, i nostri strumenti. È come trovare lo stampo perfetto di un tempo, è così che succede davanti a un capolavoro, la memoria-anima di un tempo espressa alla massima potenza, un salto verso il senza tempo-senza spazio.
Borromini ci riesce con il compasso, nell’epoca di mezzo tra Rinascimento e Illuminismo, accumula e rilancia memoria, srotola e reinterpreta informazioni-materia-pensiero, le ri-combina e le di-s-piega nella pietra…guardarsi intorno a S.Ivo, muoversi nello spazio è come entrare nelle dimensioni-memoria perfette del suo tempo, in cui la misura si sfaccetta, si rompe, e viene compiuto il salto. DNA della crisi.
C’è ancora da rifletterci e fare ordine, magari tengo una finestra aperta sul suo corso, di tanto in tanto ci scrivo su qualcosa...
Di sicuro, dovendo scegliere uno strumento da studiare, sceglierei il telaio!
 

Note
Dal dizionario Zanichelli:
MEMORIA
1 Funzione generale della mente, consistente nel far rinascere l'esperienza passata.  Sapere, imparare a memoria, conoscere un brano, un testo, in modo da ripeterlo senza leggerlo  Cancellare qc. o q.c. dalla memoria, dimenticarsene totalmente.  A memoria d'uomo, per quanto si ricordi, da che mondo è mondo.  Rievocare, richiamare alla memoria, far tornare alla mente.  Fatto degno di memoria, degno d'essere ricordato.
2 Rappresentazione di q.c. che sta e si conserva nella mente: la memoria di un fatto.  Tradizione: le memorie degli avi.
3 Cosa che ridesta il ricordo e lo fa rivivere: un museo ricco di preziose memorie.  Avvenimento che, grazie al ricordo, rivive nella mente: le dolci memorie della giovinezza.
4 Opera autobiografica rievocante avvenimenti visti o vissuti: le memorie del Goldoni.
7 Appunto, nota: prendere memoria di q.c..  Pro memoria, annotazione scritta fatta per ricordare o far ricordare.
8 (mecc.) Organo meccanico il quale fa sì che una macchina esegua automaticamente un lavoro determinato.
9 Nei sistemi elettronici per l'elaborazione dei dati, ogni dispositivo capace di registrare e conservare informazioni, e che permetta di ritrovarle ed usarle quando necessario.
10 (biol.) Memoria genetica, persistenza e trasmissibilità dei caratteri di una popolazione.
 
 
 
 
 
 

Un intellettuale, un artista, un architetto, un sociologo, uno scrittore dalla riconosciuta e valida attività nel proprio settore incontra gli studenti e i docenti del Corso di Progettazione Architettonica Assistita de La Sapienza in un clima di discussione aperta all'approfondimento delle posizioni.

Indirizzario Studenti 2001, 2002, 2003
 
 
 

Elastic
Me-s-SAGGIO.

About elastic
La loro arte potrebbe definirsi molto"fat"
riflettono su modalità tradizionali di fruizione dell'arte capovolgendo
i termini della questione, facendo di colui che fà esperienza dell'arte
il soggetto dell'opera, attraverso uno sguardo ossessivo: quello della "creatura
tecnologica". E' un'arte di secondo livello, metafora del reale: il grande
occhio che ci scruta dall'alto"ECHELON", o che entra nelle nostre case trasformandoci
in tanti "vojeurs"attraverso il buco mediatico della TV con il "Grande fratello".
E' un'arte basata sul gioco: in "intimacy" lo spettatore vojeur non si limita
a guardare dal buco ma ci si infila divenendo oggetto della performace,é
invitato a giocare secondo le proprie modalità, liberamente senza limiti
tranne quelli dettati dal proprio modo di sentire.
E' un'arte "NOT FOR FREQUENT FLYERS ONLY", non bisogna avere neanche la "suitcase":
ART KIT può essere ovunque e ognuno potrà viaggiare a suo modo. Mi sembra
una grandiosa forma di democratizzazione dell'arte.

Grazie1000.

A.Proietti 03

                 Alessandraale.prt@tiscali.it


[mailto:mirgandola@yahoo.it]
Inviato: sabato 22 marzo 2003 1.09
A: elasticnet@tiscali.it
Oggetto: site specific
 
 

Sono una studentessa di architettura che ha seguito la vostra interessante presentazione qualche giorno fa a Roma e volevo rendervi partecipi di un pensiero relativo al concetto di "site specific" di cui si è tanto discuso in aula. Se lo spazio non lo intendiamo come costituito di sola materia, ma anche della vita che vi si svolge, allora la contestualità dell'installazione proposta a Barcellona nell'ex mercato dei fiori appare assolutamente appropriata! infatti in quello  spazio denso di attività creative, vissuto di notte, la rappresentazione di insomnia diventa la rappresentazione non solo di gente che vive di notte ma anche l'intratteniumento di nottambuli "insomni" !!! quindi la contestualità è soprattutto relativa a chi fruisce quello spazio piuttosto che alla sua composizione spaziale. credo infatti che serva una lettura più profonda del legame che si instaura tra gli oggettti e tale lettura non può essere solo legata alla composizione delle materie!  vorrei a tal proposit o citarle una frase che mi porto dietro dal liceo : "di creta si fanno i vasi, ma il vuoto in esso è l'essenza del vaso. mura di finestre e porte fanno la casa, ma il vuoto in essi è l'essenza della casa. fondamento:la materia reca l'utile, l'immateriale produce esistenza" (lao-tzu V sec a.c.)

spero di non essere andata troppo oltre....grazie per essere venuti, e buon lavoro!
 

Elastic/Susan Berardo 03

volevo renderla partecipe di un pensiero relativo al concetto di "site specific" di cui si è tanto discuso in aula. Se lo spazio non lo intendiamo come costituito di sola materia, ma anche della vita che vi si svolge, allora la contestualità dell'installazione proposta a Barcellona nell'ex mercato dei fiori appare assolutamente appropriata! infatti in quello  spazio denso di attività creative, vissuto di notte, la rappresentazione di insomnia diventa la rappresentazione non solo di gente che vive di notte ma anche l'intratteniumento di nottambuli "insomni" !!! quindi la contestualità è soprattutto relativa a chi fruisce quello spazio piuttosto che alla sua composizione spaziale. credo infatti che serva una lettura più profonda del legame che si instaura tra gli oggettti e tale lettura non può essere solo legata alla composizione delle materie!  vorrei a tal proposito citarle una frase che mi porto dietro dal liceo : "di creta si fanno i vasi, ma il vuoto in esso è l'essenza del vaso. mura di finestre e porte fanno la casa, ma il vuoto in essi è l'essenza della casa. fondamento:la materia reca l'utile, l'immateriale produce esistenza" (lao-tzu V sec a.c.)
 
 

Hadid/ Fabrizio sciannamea/03

Di questi tempi, riflettevo sulla mia carriera universitaria, e una cosa che mi è venuta in mente subito, è stata la differenza, di atteggiamento dei professori nei nostri confronti.
L’appuntamento “Coltivatori” di ieri, poi mi ci ha ancor più fatto pensare.
I primi anni, lo sconforto era diffuso tra noi studenti, sentendo le parole dei prof.; i quali ci prospettavano un futuro da camerieri se non da disoccupati!!!!
Ultimamente, dal quarto anno in poi, i prof. Ho notato, hanno un atteggiamento completamente diverso: chi tende a orientarci il meglio possibile verso settori della disciplina a noi più consoni, chi ci segue con maggiore attenzione, chi magari come lei, ci presenta esempi effettivi di come con la buona volontà si possono raggiungere obbiettivi che fino a poco tempo fa ci sembravano irraggiungibili.
Sicuramente è facile farsi prendere da illusorie prospettive, ma chi la dura la vince come quei tre ragazzi di ieri testimoniavano.
 

Elastic/Site

Concordo pienamente con la critica che fece al gruppo la critica (scusi il giro di parole) d’arte sulla vera applicazione del concetto di “Site specific”, io di artisti che operano tale tipo di installazione artistica non ne conosco molti, ma mi è capitato grazie al prof. Di Giorgio di seguire una conferenza dell’artista Maria Dompè penso la conosca, dopo quell’incontro mi ero fatto una idea del site specific, in quanto l’artista in questo caso quasi entrava in simbiosi con il luogo ove installava le sue opere, e le realizzava grazie ad un impulso forte datole dal luogo stesso. Ciò significa da quello che ho capito, che le sue opere non avrebbe potuto in nessun modo “esportarle” in altri luoghi perché completamente estranei a quella opera. Come invece hanno fatto seppur (fortunatamente) modificandola gli elastic.



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