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IL COMPUTER NELLA PROGETTAZIONE

 

Struttura del lavoro
 

Questo lavoro consiste nell’elaborazione di un CD ROM, in cui si analizza il rapporto tra i sistemi tradizionali di progettazione e quelli più moderni e tecnologici.

Il CD ROM è composto da una serie di videate (alcune sono nella sezione immagini di questo sito), in cui vengono analizzati vari aspetti dell’architettura legata al computer.

Ogni pagina è formata da immagini e testo: immagini e testo sono legati concettualmente.

La parola chiave nella composizione di questo lavoro è stata VELOCITA’.

Il CD ROM deve essere uno strumento di facile ed immediata consultazione, perciò tutto ciò che le compone (testo, immagini, eventualmente musica) deve contribuire a dare un’idea esauriente dell’argomento trattato!

Il CD ROM contiene una serie di osservazioni personali circa il mondo del computer legato all’architettura, supportate da alcune citazioni, che vengono di seguito riportate.

 

Introduzione
 

Questo studio prende le mosse da due quesiti che mi hanno accompagnato nell'approccio al mondo del computer legato all'architettura.

L'avvicinamento a questo nuovo "strumento" ha destato in me curiosità e perplessità: da un lato si sono aperte nuove prospettive e nuove possibilità di analisi, dall'altro il confronto con la vecchia (?) matita è stato inevitabile.

Qual è la portata della rivoluzione informatica?

Cosa differenzia questi due strumenti?

E soprattutto cosa significa "strumento" quando ci si riferisce al computer?

Le risposte sono complesse.

Bisogna innanzitutto distinguere due accezioni della parola strumento che ben si adattano al nostro caso: da un lato abbiamo lo strumento come mezzo, come tramite tra la mente, sede dell'idea, e la sua rappresentazione; dall' altra abbiamo lo strumento come potenziatore, come stimolante per la mente.

 

Gli strumenti tradizionali
 

La matita presuppone che l'idea progettuale sia già compiutamente formata, diviene il mezzo per trasporla sulla carta.

Il disegno che viene fuori resta, infatti, legato all'idea che lo ha generato: si potrebbe quasi asserire che manca di oggettività.

Il disegno, anche quello "tridimensionale" (prospettiva, assonometria), rimane sempre legato all'idea che il progettista ha di uno spazio, mostra ciò che egli vuol mostrare!

Più oggettivo potrebbe essere lo strumento plastico in quanto permette di vivere l'architettura, di entrarci dentro, di comprendere tutte le valenze spaziali.

Con il modello tridimensionale in un certo senso si introduce la quarta dimensione, il tempo: abbiamo la possibilità di girare intorno all'edificio, di osservarlo da tutte le angolazioni in modo da comprenderlo al meglio.

Da questo punto di vista il modello tridimensionale è uno strumento di progettazione attiva: determinati studi non sono possibili sulla carta (particolari effetti luminosi, complicate intersezioni tra volumi...).

 

Il computer
 

Il computer permette una " lettura attiva" dell'architettura: interviene nel processo di generazione dell'idea!

C'è la possibilità, del tutto nuova, di collegarsi ad altre discipline, di interagire con altri settori; di creare nuove interessanti connessioni.........

Interessantissima ed esemplare l'esperienza dello studio Eisenman.

Si aprono nuove prospettive sia nel campo della progettazione che in quello dell'analisi, del restauro, degli interventi sull'esistente! Siamo di fronte ad uno strumento che ci permette di interagire con l'architettura, di viverla!

E' più facile comprendere le valenze spaziali di un progetto e intervenire per migliorarlo!

E' un avvicinarsi in maniera più oggettiva al proprio lavoro.

Ma questo può portare anche ad un minor coinvolgimento?

"Ogni nuova tecnologia anche se usata nel più tradizionale e meno problematico dei modi, alla fine fa emergere caratteri nuovi" (LUIGI PRESTINENZA PUGLISI)

 

La rivoluzione informatica
 

In pochi anni i computer hanno investito tutti i campi del vivere e si sono imposti in tutti gli ambienti di lavoro: è la vera rivoluzione di questo secolo.

Computer vuol dire innanzitutto velocità: parola chiave per un mondo in continuo movimento e mutamento come il nostro!

Ma computer significa anche possibilità di comunicare.

E' poi vero che c'è una dicotomia tra l'individualismo che sembra caratterizzare quest'epoca e la possibilità di comunicare in maniera sempre più veloce che questi nuovi strumenti ci forniscono?

Io ritengo che ci sia stato semplicemente un evolversi nel modo di comunicare: non credo che questo sia un mondo caratterizzato dall'individualismo, ma anzi che la voglia di comunicare sia tanta e che si comunichi anche molto.

Sono semplicemente cambiate le modalità!!!

Non ritengo che i rapporti interpersonali sono più poveri, sono soltanto diversi!

Questo discorso si può fare per qualunque altro campo e dunque anche per l'architettura: non si deve necessariamente fare un confronto, oggi abbiamo semplicemente nuove possibilità e nuovi orizzonti!

La linea d'ombra si è spostata ancora un po' più avanti!

 

"Precedente illustre l'invenzione della scrittura alfabetica: questa non solo ha prodotto i libri, ma ci ha costretti a strutturare il pensiero organizzandolo per parole, frasi, capitoli; ha rotto i confini delle realtà comunali favorendo lo scambio dell'informazione; ha facilitato il sorgere dell'individualismo e del libero arbitrio; ha privilegiato la vista sugli altri sensi e ha mortificato il ruolo dell' udito e della parola orale; ha favorito il nascere dello spirito scientifico e dell'osservazione sperimentale." (LUIGI PRESTINENZA PUGLISI)

 

Il Bauhaus
 

"L'arte ha origine al di là di tutti i metodi, essa non è di per sé insegnabile, come lo è invece l'artigianato. Architetti, scultori, pittori sono artigiani nel senso originario della parola, per questo una formazione artigiana sistematica sarà considerata premessa ineludibile di ogni attività creativa".

 

Questo l'appello con cui il Bauhaus si presentava nel 1919 sotto la direzione di Walter Gropius, scopo di questa nuova scuola era l'opera d'arte unitaria- la grande architettura.

Il Bauhaus segnò il punto di svolta nel modo di fare architettura oltre che nel modo di insegnarla.

L'edificio della scuola a Dessau progettato da Gropius è la testimonianza di questo nuovo modo di concepire l'architettura.

Vengono tagliati tutti i ponti con il passato sia da un punto di vista morfologico che propriamente costruttivo.

Anche l'architettura (le altri arti lo avevano già fatto) entra di diritto nell'era industriale, nell'era della macchina!

Il Bauhaus si fa portatore di un vento di rivolta che investe tutti i campi del fare arte ed accoglie al suo interno un po' tutti i caratteri delle avanguardie del primo novecento!

Vengono scardinate tutte quelle concezioni che erano state proprie dell'Ottocento: da un lato il bello entra negli strumenti di uso quotidiano (nasce il design) dall'altro la funzione si afferma con prepotenza in architettura!

 

Il futurismo
 

Il futurismo nasce nel primo novecento ed investe tutti i campi dell'arte, anzi propone un nuovo senso del vivere!

Merito dei futuristi fu innanzitutto quello di rendersi perfettamente conto della strada imboccata dall'Europa in quel periodo e cioè quella della rapida industrializzazione .

"Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità; un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo....Un automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia è più bello della Vittoria di Samotracia.".

Il Futurismo è caratterizzato da un programma negativo (contrario all'arte del passato) ed uno positivo (che introduce un nuovo linguaggio in tutte le arti).

La parola d'ordine è SIMULTANEITA'!!

Il movimento e la quarta dimensione, il tempo, entrano nell'arte e nell'architettura.

" Mentre il futurismo è l'arte dell'epoca elettrica, cioè della macchina e degli elettrodomestici, la nuova architettura è l'arte dell'età dell'elettronica, cioè del computer e dell'informatica." (LUIGI PRESTINENZA PUGLISI)

 

La progettazione
 

La prima cosa che ha destato il mio interesse è stata la sostanziale differenza che caratterizza la progettazione al computer rispetto a quella eseguita con strumenti tradizionali.

Il primo quesito che mi ha "aggredito" è appunto circa l'esistenza o meno di una netta differenza tra i due metodi progettuali.

Il computer apre davvero nuovi orizzonti o è solo un mezzo più veloce (ma forse anche più complicato da utilizzare) per raggiungere lo stesso risultato?

Innanzitutto, a mio avviso, c'è una sostanziale differenza tra il disegno tradizionale e quello al computer: nel primo caso abbiamo la rappresentazione di quella che è una "mappa mentale" del progettista, nell'altro caso invece siamo di fronte ad una maggiore oggettività.

Il computer ha il pregio (?) di porci davanti al nostro progetto così com'è e non così come lo abbiamo pensato.

Inoltre questo nuovo strumento ci permette di relazionarci in maniera attiva ad altre discipline, di introdurre nuovi elementi nella progettazione.

Paradigmatica l'esperienza dello studio Eisenman: hanno introdotto nuove valenze spaziali ed hanno contribuito a far nascere quella che definirei una "architettura metaforica".

Oggi più che mai, infatti, assistiamo all'ingresso del simbolo in architettura: ne sono un chiaro esempio i lavori di Koolhaas, di Eisenman, di Zaha Hadid, di Libeskind........

Come ben sappiamo, già in passato numerose sono state le architetture a forte contenuto simbolico, ma il simbolo era, nella maggior parte dei casi, legato all'esteriorità dell'edificio all'ideologia che un certo tipo di architettura sottendeva.

Ora invece il simbolo si fonde con l'architettura, diviene la sua essenza ed il suo presupposto.

I lavori di Eisenman, ad esempio, vanno proprio in questo senso: egli, attraverso il morfing, fa in modo che l'idea che sta dietro ad un progetto sia quella che ne determina realmente la forma.

In questo modo l'idea sembra quasi materilizzarsi ,divenire un oggetto reale :non è più soltanto il presupposto astratto attorno al quale ruota tutta l'attività progettuale.

E' di immediata comprensione la portata di una simile conquista: abbiamo davvero tra le mani la possibilità di creare un nuovo modo di fare architettura!!!

 

"L'architettura diventa solo una condizione: tutto scompare, tutto passa attraverso e non si è coinvolti tanto dalla forma quanto dall'idea" (JAMES WINES)

 

L'analisi dell'esistente
 

Lo studio di un manufatto esistente o di un progetto non realizzato attraverso il computer presuppone un grado di conoscenza e soprattutto di comprensione maggiore?

Il computer è uno strumento che aiuta a comprendere meglio l'architettura oppure da luogo a facili "strumentazioni" e ad interpretazioni poco oggettive?

Questo è l'aspetto che ha destato in me le maggiori perplessità.

La struttura logica che sta dietro un lavoro al computer è completamente diversa rispetto a quella di un lavoro eseguito con strumenti tradizionali: l'operazione di trasposizione a posteriori di un progetto in un ambiente informatico può, a mio avviso, dar luogo ad interpretazioni fuorvianti.

Mi spiego meglio: fino ad oggi chi intendeva osservare e studiare un progetto poteva farlo attraverso i disegni o entrando in diretto contatto con l'architettura costruita e successivamente esprimere un giudizio; il rapporto con il progetto non era mediato.

Per quanto riguarda invece l'analisi attraverso lo strumento informatico sono possibili due ipotesi:

1-se lo studioso inserisce egli stesso il progetto all'interno dell'ambiente informatico, allora questa operazione lo porterà ad una conoscenza approfondita del manufatto in quanto la trasposizione presupporrà un alto grado di comprensione del manufatto stesso.

2-se lo studioso invece analizza un'architettura che è già stata inserita in ambiente informatico allora il suo studio sarà mediato dalle scelte di colui che si è preventivamente occupato della trasposizione. In questo caso quindi lo studioso si troverà di fronte ad una delle possibili interpretazioni e quindi il suo approccio non potrà definirsi oggettivo.

 

Conclusione
 

Sicuramente siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, ma io ritengo che la mia generazione non è ancora pronta a coglierne tutti gli aspetti ed a sfruttarne tutte le potenzialità: la nostra generazione è più quella della TV che non quella dei computer!

La scuola che ci sta preparando è ancora troppo ancorata ad un vecchio modo di fare architettura ma soprattutto, credo, che molta importanza ha anche il paese in cui stiamo studiando.....Terra di poeti, filosofi, sognatori e soprattutto terra di storia.

"Non abbiamo ancora trovato uno spazio che rifletta l'idea di vita dell'età elettronica" (TOYO ITO)