Corso di Progettazione Architettonica Assistita

Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Università La Sapienza -Roma

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5. Progetti strategici, data driven | L'organizzazione delle informazioni. Il data-base.

Quattordicesima Lezione: Il problema del Modello.
 

5/05/2003
 
 


Il problema del Modello.
Progetti strategici, data driven | L'organizzazione delle informazioni

di Antonino Saggio in forma di lezione 5/05/2003
 

Premessa/

E veniamo al quarto fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere dei dati "strutturati"? Sia se essi siano di tipo A (cioè informazioni testuali) oppure se essi siano di tipo N (cioè di tipo numerico)  a distanza e se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici. Come faccio cioè effettivamente a "trasmettere" se voglio trovare un sistema efficiente, più rapido, del precedente.? Come si risponde a questa domanda? se soprattutto interviene una nuova componente o parola chiave. Modello.
Dal mio angolo visuale il centro della parola "modello" si è focalizzato su un intreccio per cosi dire strutturale di tre famiglie di problemi tutte che convergono verso questa parola e verso una sua possibile aggettivizazione.
 
Quattro tipi di modello decisionali.
Il Primo è di natura decisamenteoggettiva. Postula, dica postula, dei bisogni oggettivi e trova, dico trova, delle soluzioni oggettive. Esempio? Beh avete mai visto come lavorava Klein o i tipici funzionalisti tedeschi negli anni Venti. L'uomo era tot occupava per ciascuna funzione tot spazioda questo dato fermo arrivava la soluzione certa. Il Modello deicsionale era chiaramente espresso nel suo ambito teorico: il manuale di neufert (e appena appena ad un grado decisonale più complesso il regesto tipologico.

SCEGLI Alexander Klein http://www.vitruvio.ch/arc/masters_02/klein.htm
1879-1961
Oppure Neufert

immagini provenienti da L.Gazzola, Architettura e Tipologia, Officina, Roma 1987 e Seguenti
Libro ben noto a  molti tra voi


LC Da P. O. Rossi, La costruzione del progetto Architettonico, Laterza, Bari 1996
 
 

Il secondo è Prestazionale. Un matematico architetto dal nome di Alexander non smentisce questo approccio ma lo allarga. E' il secondo approccio rilevante secondo me del Modello concettuale. Dicendo, Alexander,  eh no attenzione, dobbiamo suddividere e suddividere i requisiti funzionali "esplictarli" sino al grado più basso e poi, e solo allora attraverso una struttura a lattice complesso potremo decidere (e alcuni nostri colleghi e amici credettero che fosse vero e si misero a fare delle schede perforate - ancora viaggiavano da noi in facoltà nei primi anni Settanta - per operare scelte di architettura); Il modello decisionale diventa così prestazionale.
 

VAi
Scaricare L'appendice di Alexander tradotta
 

Il Terzo è Strutturale o meglio Strutturalista
Un fronte che a me ha sempre interessato come progettista, cioè quando ero trentenne, è stato quello che proponeva un modello decisionale di tipo Strutturale (o meglio Strtuuralista). E mi riferisco ovviamente alla deriva filosofica che parte da Levi-Strauss e non al fatto costruttivo (che lo include semplicemnte come sotto categoria). Parlo in particolare di Habraken e del Sar che proponeva per la prima volta coscientemente una "gerarchia delle scelte" alcune che formavano le strutture fisse (come appunto l'antropologia strutturale aveva insegnato nei contesti comportamentali) dall'altro le variazioni delle forme e dei comportamenti "entro" quelle strutture fisse che Habraken chiamava Supports.

Vai Habraken

progetti di Saggio con altri autori nel corso degli anni Ottanta Dettagli Qui


 

Modello Diagrammatico. A guardare adesso a me sembra incredibile come almeno fino alla fine degli anni Ottanta io stesso credessi fermamente in questo modello decisionale (ho scritto molto a proposito, ne metto una alla fine assieme a qualche altro riferimentio bibliografico a qualcuno interessasse approfondire). Come tutti sappiamo al modello decisionale oggettivo, al modello decisionale prestazionale, al modello strutturalista si è sostituito oggi il modello diagrammatico. Che cosa è mai il processo decisionale diagramamtico?. Beh si potrebbe dire banalizando: "è uno schizzo". E invece no! Il modello decisionale diagrammatico non è la prefigurazione di un'idea finale, è la prefigurazione di un processo,  è la prefigurazione delle relazioni che interconneraranno nell'architettura e un codice dna generatore e regolatare di uno sviluppo; Gli esiti dipenderanno da da una serie di accidenti che intervengono come variabili per modificare quel diagramma.

Quale è il grande passo? Il grande passo è che è dinamico, intrinsecamente dinamico. L'arrivo di questa parola fa entrare in gioco due cose: A. Evidentemente l'eletrronica e i computer, e B. l'uso dinamico "dei dati". Due cosettine che dette cosi sembra pane e mortadella e invece sono due faccende di mostruosa importanza.
A questo punto dobbiamo fermarci con l'uso della prima famiglia dell'uso della parola Modello (come dcisionale) e apire un altro capitolo. Quello dell'uso dell'uso Modello come modello scientifico.

Segue alla prossima lezione Ma prima, data l'effettiva difficoltà di penetrare coscientemente in questo mondo aggiungo qualche altra immagine e link

Su eisenman, per esempio

http://www.geocities.com/kvtang77/eisenman/eisenman.html

The underlying scheme of two parallel bars and void compressed between them.
The church is based on two parallel premises: the first is the relationship between proximity and distance implicit
in the concept of pilgrimage and in the idea of communication media.

The second, is the new relationship between man, God and nature. Symbolizes in the nature form.

The condition of “in-between” which is typical of the liquid crystal also provides an opportunity for bonding with the site
in a less arbitrary fashion.

Scientific and mathematical diagrams. He studies fractals, chaos theory, catastrophe theory, DNA, Leibnizian atoms, the behaviors
of liquid crystals. This knowledge and their principles guide the deformation and development of spaces

Oppure questo Libro

Diagrams Diaries
http://www.amazon.com/exec/obidos/tg/detail/-/0789302640/ref=lib_rd_ss_TFFL/104-0766081-8370332?v=glance&s=books&vi=reader&img=2#reader-link
 

Altri esempi

Da Guardiola

Rivai Alla lezione su Eisenman

To DO:
Iniziare a riordinare appunti lezioni che sarranno tutte verificate in una sessione apposita il 3-4 Luglio
 

Approfondimenti a cura degli Studenti

IL MODELLO STRUTTURALISTA
"[La costituzione della chiesa cristiana] È sempre la stessa struttura interna, la stessa disposizione logica delle parti. Qualunque sia il viluppo di sculture e di ricami di una cattedrale, sotto si ritrova sempre, sia pure allo stato embrionale, la basilica romana, che eternamente si sviluppa sul suolo secondo la stessa legge. Sono immancabilmente due navate che si intersecano formando una croce; la cui estremità superiore, arrotondata in abside, forma il coro; sono sempre le navate laterali, per le processioni interne, per le cappelle, specie di ambulacri, in cui la navata principale trabocca attraverso gli intercolunni. Posto questo, il numero delle cappelle, dei portali, dei campanili, delle guglie, si modifica all'infinito, secondo l'estro del secolo, del popolo, dell'arte [...]. Di qui la prodigiosa varietà esterna di questi edifici, in fondo ai quali risiede tanto ordine e tanta unità. Il tronco dell'albero è immutabile, la vegetazione capricciosa."
VICTOR HUGO, Notre-Dame de Paris, 1831, Edition Garnier Frères, Paris 1959; trad. it., Notre-Dame de Paris, Fratelli Fabbri, Milano 1968, pp. 137-138, cit. in CARLOS MARTí ARíS, Le variazioni dell'identità. Il tipo in architettura, CittàStudi, Torino 1993, p. 18.


MAssimo Fanasca

Su questo invece "vi sarebbe moltissimo da dire"
In una parola come un'opera eminementemente poetica, tutta poetica per ragioni di razional-funsionalismo si devefar passare per oggettiva AS.
Cfr Se proprio necessario AS, Giuseppe Terragni, Laterza, Roma 1995



I Diagrammi di Bongard e molto altro

Giovanni Betti crea un link molto articolato sulla problematcia dei Diagrammi. La particolarità del Link è che da una parte allarga la fase conoscitiva (appunto i Modelli di Bongard che hanno a che vedere con la psicologia cognitiva delle forme) e dall'altro iassume e ricorda alcune esperienze già compiute nel corso in questa luce, come quelle dei collaboratori della Hadid. Vale la pena per chi vuole approfondire.

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