I Commenti del Giovedì
Antonino Saggio I Quaderni

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Plagio di Luigi Prestinenza Puglisi

Luigi Prestinenza Puglisi pubblica nel 2017 un libro che si intitola "Hyperarchitettura Spazi dell'età del 'elettronica" con l’editore on demand Lulu che ha lo stesso titolo di un libro apparso nella sezione “La Rivoluzione Informatica” a cura di Antonino Saggio nel 1998 (1). Questo nuovo libro contiene un plagio che dopo un pubblico post di denuncia (2) è stato rimosso con un post di motteggio dal titolo “Plagio!!, Plagio!! Plagio!!” (3), con scuse risibili e nuove menzogne. Il libro di Prestinenza continua ancora oggi ad essere inaccettabile, lesivo e scorretto perché conserva il titolo originale per pure ragioni commerciali e mercantili (4) in un prodotto completamente diverso. Questo aspetto, oltre al plagio, rivela in pieno il livello culturale, scientifico e umano del suo autore. Note e dettagli

7.10.2017

La scomparsa di Alessandro Anselmi

Voglio fare sapere del mio dolore per la perdita di Alessandro Anselmi: un architetto di rara intelligenza e bravura, un uomo di grande e affettuosa sensibilità per gli altri. E' una vera perdita per l'architettura italiana e per quanti hanno pensato - grazie al suo lavoro - che la lezione di Roma può sempre rivivere - anche un poco magicamente - nei nostri progetti. Come se dal suo suolo vulcanico, come se dai frammenti dei monumenti antichi emergesse una linfa di spiritelli, di fiammelle, di anime che danzano attorno a noi nella notte antica di questa città. Addio Sandro, con riconoscenza.

28.01.2013

 

Kari Jormakka

E' morto improvvisamente nel sonno, lasciando sgomenti la moglie, la piccola figlia, i collaboratori dell'Istituto di teoria dell'architettura (see) che dirigeva da molti anni a Vienna, gli studenti e i molti estimatori. Kari rappresentava per me un luminoso esempio di una vera, approfondita, seria ricerca nel campo della Teoria dell'Architettura. Un campo che non era filologia storica e neanche tout court progetto, ma che usava tutti gli strumenti della cultura, della filosofia, della scienza per Illuminare veramente la ricchezza e la bellezza dell'architettura. Ho avuto la fortuna di potergli chiedere di scrivere un libro per la collana "The IT Revolution in Architecture". Ne e uscito Olandesi volanti che e molto di piu della ricognizione della scena degli architetti digitali olandesi, ma un saggio che intreccia a questa indagine quella del movimento in architettura. Il libro e in Italiano ed in Inglese, ma molto altro Kari ha scritto, pubblicato e orientato. Ho ritrovato questa foto del suo studio, credo che oggi ci parli del senso di vuoto che la sua scomparsa ci causa

20.01.2013

 

La mostra di Cesare Cattaneo a Roma

Ho fatto un lavoro per dimostrare che cosa vuol dire attivare intelligenze ed entusiasmi, e anche per omaggiare Cesare Cattaneo e per dare il giusto credito a Pierre Alain Croset e a Francesco Moschini. Avevo scoperto che solo uno dei miei laureandi, aveva visto la mostra su Cesare Cattaneo, organizzata all'Accademia di San Luca di Roma. Allora li ho riuniti tutti attorno ad un tavolo e l'ho sparpagliato di libri sul Razionalismo Italiano e su Terragni, dicendo "Prendetene uno e guardatelo" e ho aggiunto : "Non esiste che voi non conosciate questa pagina della nostra architettura, il vostro relatore ci ha lavorato tanto. Andate alla mostra, scegliete un solo dettaglio che vi interessa, e scrivete 3000 battute. Liborio (l'unico che l'aveva vista) organizzerà un blog per pubblicare il tutto. Io nel frattempo scrivo il mio pezzo, dopo che sara pubblicato, sara anche nel nostro Blog. Niente commento pubblicato niente revisione la prossima volta."

Ecco allora che da questo link accedete a una pagina degna della vostra attenzione. Ci sono diciotto recensioni (eccetto la mia che e d'insieme) ciascuna e basata su un solo particolare di Cattaneo. Mi rendo conto: in un dilagare di recensioni sulle mostre fatte con i comunicati stampa ... e quando questa stessa mostra e stata ampiamente snobbata dalla stampa quotidiana... il nostro blog serve marginalmente, e un segnale pero e a chi mi sta leggendo ricorda.. andate alla mostra sta per chiudere.

9.01.2013

 

Oggi e il 12.12.12

nessuno di noi lo rivedrà mai (il 13.13.13 non esiste l'11.11.11 gia trascorso). Forse abbiamo bisogno dei numeri per ricordarci del valore. Si ne abbiamo bisogno, il valore è legato indissolubilmente al numero, alla volte, e naturalmente alla volta (quella celeste). Se non si sa contare non si ha neanche il concetto stesso di valore. In questo caso, ci si riferisce al tempo. C'e bisogno di questa ricorrenza per ricordarci - almeno una volta - della sua critica unicità.

 

Pollicino Steve

La storia di Steve Jobs è quella di un pollicino diventato gigante. TeenAger pressoché abbandonato, fa appena qualche annetto di College per poi intraprendere l'avventura che tutti conosciamo. Quando gli danno la laurea honoris causa a Standford fa un discorso memorabile. Spiega la forza del fare, la forza del lavorare, la curiosità dell'imparare. Aveva fatto nei suoi anni di incertezza un corso di calligrafia. Quanto di più assurdo e di più lontano dall'elettronica si potesse immaginare. Ma quando Steve con il suo manipolo di pirati creò il MAC si ricordò di quel corso e inventò le font che tutti oggi usiamo. Come Pollicino, nella vita, bisogna cospargere il nostro percorso di Sassolini, vengono negli anni riconnessi in maniera impensabile. A volte magica. Qui Raffaele Saggio all'età di due mesi mentre vive il suo Imprinting Macintoshiano. Oggi Raffaele piange con me la perdita di un gigante.

6.10.2011

 

Chiusura della Facoltà di Architettura di Palermo

La Facoltà di Architettura rischia la chiusura e l'assorbimento dalla locale Facoltà di Ingegneria. Che cosa vuol dire? Ma è semplice. La Facoltà di Ingegneria storicamente "Dà soluzioni", la Facoltà di Architettura storicamente "Crea Problemi." Come costruire intrecciando il futuro e il passato? Come far vivere dentro le nostre case, il paesaggio, la natura e l'orizzonte? Come rendere una pianta una macchina perfetta e allo stesso far risparmiare tutti lavorando sulla adattabilità e la flessibilità? Come fare in modo che gli impianti e le tecnologie non siano tecniche da appoggiare, ma sfide per un progetto "organicamente" globale. Insomma come fare che i materiali, le invenzioni tecniche, gli strumenti che abbiano si combinino "magicamente" insieme per raggiungere un inaspettato superiore livello?.
Quanti Problemi, Quanti Problemi...che creiamo !. Meglio assorbirci in una ligia facoltà di Ingeneria che da scuola della invenzione creativa, (come dovrebbe essere ed è.. altrove, visto l'Mit per esempio) si è anch'essa trasformata in moltissimi casi in Italia in quella "della verifica" del noto, con una interminabile e spesse volte completamente inutile "oggettività" che produce tanti danni quanti poteri.

15.7.2011

 

WWW. Icloud

Finalmente la nostra anima, leggi iLife, sarà conservata in una nuova indistruttibile nuovoletta. E' quanto di più vicino al paradiso sia stato ad oggi concretamente creato dall'uomo: lo Spirito santo iCloud >, si aggiunge così al Dio padre Google e al figlio Steve. I nostri dati digitali sopravviveranno al nostro inevitabile crash materiale e saranno, come le anime del paradiso, eterne, felici e disponibili.
Ma se il pittore fa il quadro è anche il quadro che fa il pittore. E così iCloud modifica la nostra anima.

Milano, 18 Giugno 2011

(versione 12 - Come il software e come la

Il Bunga Bunga della Cultura

Ho visto ieri a Milano il Cristo e i suoi carnefici del Museo di Capodimonte >. Quel corpo allungato e martoriato che dall'alto della corona di spine scende giù giù sino all'ombra dei piedi mi ha fatto pensare all'Italia. La corona di spine, le Alpi; il petto ampio solcato dallo sterno, il Po; il grande drappo, Roma e infine i piedi che emergono dall'ombra, le due Isole. E accanto al corpo bianco, gli aguzzini, i torturatori che vi si accaniscono. Uno chinato che prepara gli strumenti, uno a destra che gli aguzza le spine, l'altro che gli gira il morso alle braccia che chiuse e invisibili spingono avanti nella luce il corpo.

Ma la mostra in cui questo Cristo è esposto - nel 150 della unificazione - dà in realtà una riprova di questa interpretazione. Il curatore, Sgarbi, ordina una mostra "politica" che credo neanche ai tempi del fascismo si fosse vista. Vuole dimostrare l'anima Lombarda di Caravaggio e il fatto che la visione del pittore abbia trovato alimento nei suoi anni da giovane in Padania.
Sino a qui, la questione potrebbe andare. È una mostra a tesi, uno la guarda e ci pensa. È molto grave però che un critico d'arte estenda, come se niente fosse, un paragone tra Caravaggio e, udite udite, Umberto Bossi. Sì, non scherzo, e così sia nel video, che nel catalogo. Anche Umberto Bossi, la tesi di Sgarbi, è un rivoluzionario che acquista notorietà e centralità solo quando arriva a Roma (vi giuro, non scherzo) anzi c'è di più: come Caravaggio, Bossi rompe e rivoluziona i dogmi e le consuetudini (che se per il pittore erano quelle del Manierismo per il titano Bossi sono quelle della Democrazia cristiana, da lui distrutta)
Ora, francamente, un atto così basso di vassallaggio politico, di adulazione al potere, io francamente non lo ricordo. Credo sia un record assoluto in questi anni. Anche se, Sgarbi insegna, questo atto è evidentemente necessario in questo momento. Innanzitutto perché a meretricio non si può che rispondere con meretricio, ma perché con grande e vivida evidenza se ne è ben ripagati. Leggiamo su "Repubblica" .. che al curatore Sgarbi della prossima biennale d'arte veneziana (immaginiamo incentrata su De Chirico e i neo dechirichiani ) sarà data anche mezza ala di Palazzo Venezia a Roma nuovo feudo del potere dell'Arte capitolina.

Ora io sono scandalizzato, sono indignato. Chi ci vede dall'estero ha ragione di ridersela alla grande di tali buffonate in cui un critico fa o deve fare questo per pagarsi i frizzi e lazzi propri. Ma soprattutto la cosa che mi indigna è usare uno dei geni italiani esattamente al contrario di quello che egli ha mostrato.

Forse nessun pittore italiano, neanche il messinese-veneto Antonello, ha tanto fecondato del suo genio l'intera penisola.
Prima da giovinetto a Milano, poi a Roma dove esplode come uno dei più grandi della storia della pittura, ma poi a Napoli, poi a Siracusa, poi addirittura a Valletta, poi ancora in Sicilia e di nuovo a Napoli e infine alle porte di Roma, in Maremma, dove muore, Caravaggio vive, attraversa e feconda con la sua arte l'Italia. E da lì l'Europa Intera. Caravaggio è lombardo, siciliano, napoletano, romano, italiano, mediterraneo, universale.
estratto del video

24 marzo 2011

 

Nervi Docente

Sono andato ad assistere alla Tavola rotonda su Nervi e come pensavo nessuno ha fatto notare quello che scrivevo*, tutto e stato una celebrazione soave, da ecclesia! Niente crisi, niente conflitti, niente difficolta. Rispondete se volete:
Come mai neanche il suo assistente Antonio Michetti, da poco scomparso non e mai stato fatto professore ed e andato cinquanta anni avanti con incarichi diretti della presidenza?
Come mai Nervi rivendicava l'intuito strutturale e a noi e stato letteralmente estirpato e per capire che cavolo fosse una cerniera ci abbiamo messo anni?
Come mai Nervi rivendicava i "pochi calcoli' statici addirittura sulla stessa tavola grafica!
E infine, in che senso Nervi ha potuto fare quello che ha fatto in un quanto aveva "un sistema chiuso che genera energia"?

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ll Maxxi, che dovrebbe coltivare il nuovo, oggi celebra il Nervi didatta... Qualcuno osera ricordare che mai fu fatto professore ordinario e che come disdegno fu tenuto ad insegnare ad Architettura? Qualcuno ricordera chi propose il suo nome alla costituenda facolta di architettura invece di quello di Quaroni?

21 Febbraio 2011

 

Convegno su Piacentini. Roma 16, 17, 18 dicembre


In questo clima già abbastanza deprimente di per sé, tra Università assediate dall'esterno e vergognosamente incapaci di alcuna seria autoriforma, politica nazionale in attesa di nuovi rimandi per garantire poteri già logori, mafie e camorre strapotenti, di tutto si sentiva il bisogno eccetto che di questo convegno su Piacentini. Che, ricordiamolo, è stato l'alfiere di una politica urbanistica e architettonica all'insegna del trasformismo, del monumentalismo, della pesantezza classicheggiante in ossequio ai poteri forti da qualunque parte (liberali, fascisti, democristiani) si affacciassero lungo il suo mezzo secolo di attività. Architetto e urbanista inoltre di scarsa originalità (il suo capolavoro è considerato l'Eur di Roma), è stato il grande affossatore della generazione dei razionalisti a cominciare da Giuseppe Terragni e poi proprio nell'Eur con l'estromissione di Giuseppe Pagano e Luigi Piccinato.
Tra mille convegni interessanti perché proprio questo? Perché ora? I convegni sono sempre politici, diceva Zevi. Adesso più che mai.

8 dicembre 2010

 

Festa della repubblica decisionista! >

Pensavo al fatto che molto spesso ci lamentiamo che in Italia non risuciamo a prendere decisioni e ci trastulliamo in infiniti e spossanti equilibrismi. Mica vero, mica sempre vero!. Guardate l'Aquila, che prova di decisionismo che è: contro la stragrande parte di cittadini e amministratori si sono chiuse dico C H I U S E (non ci si può entrare perché transennate e spesso con le caminonette di guardia), decine e decine di piccole cittadine e una grande e importante città, il cui centro è stato letteralmente strappato ai cittadini. Se non è decisionismo questo. Tra l'altro anche dal punto di vista, diciamo così, delle perdite "tangenziali", l'operazione non pare sia stata migliore delle precedenti. Chiusi i centri, si è creato quello che si voleva sin dal primo giorno: la casettina fuori da tutto, senza storia e senza contesto, ma ognuna con la propria indispensabile antennina, perché questo si che è decisivo: come si fa a comprare e a farsi comprare se non si ha l'antenna?

2 giugno 2010

 

Mostra e non catalogo del Caravaggio

Ho immaginato questo scenario: un giovane va a vedere la mostra di Caravaggio alle Scuderie del Quirinale. Rimane, come è ovvio, folgorato. È preso e rapito. Va in libreria e guarda il catalogo, affascinante soprattutto nella grafica e nella qualità delle riproduzioni. Pieno di entusiasmo lo compra e poi, naturalmente comincia a leggerlo. E scopre una tristezza, una secchezza, una inutilità che invece di motivarlo allo studio, lo de-motiva. Probabilmente letta una o due schede non lo leggerà più. Questo catalogo infatti è un aureo esempio di quella scrittura di specialisti per specialisti non solo inutile per chi non sia un addetto ai lavori "disciplinari", ma soprattutto oggettivamente dannosa per la stragrande parte delle persone.
Nel catalogo si raccomandano negativamente le pagine del curatore e professore più esperto che propone “scientifiche” interpretazioni iconologiche. Agli allievi e continuatori che scrivono molte altre schede non sono concessi tali livelli e gli scritti si fermano a una interminabile serie di citazioni bibliografiche. Naturalmente c’è qualche eccezione e meno male. La perla è l’omissione anche in bibliografia del libro “M” di Peter Robb, che insieme al Roberto Longhi è quello che io consiglio al nostro giovane per non perdere il tesoro Caravaggio. Scelga il lettore dove vuole stare.

6 maggio 2010

 

Tutti a Riccione per la Fondazione della Rete Vitruvio? No, qualcuno no

Non ci sarò. Non solo perché avevo preso impegni per quella data, ma perché ho firmato con altri colleghi una richiesta che tenta di superare alcune impostazioni alla base di questa iniziativa. Credo che una riforma seria si imponga nell'Università e che la base sia nel superamento del concetto di area disciplinare. L'organizzazione dell'area disciplinare è invece la struttura stessa che questo convegno vuole sviluppare e orientare sia come gruppo parallelo alle strutture universitarie ufficiali, sia culturalmente, come il nome stesso - Vitruvio - rivela. Siamo nel 2010. Il mondo ride di noi, l'architettura italiana quasi non esiste più nel giudizio degli amici all'estero, nessuna nostra Università è tra le prime cento al mondo e noi pensiamo a Vitruvio e alle Icar 14, 15 e 16! Buon lavoro.Sono in minoranza, ma combatto. ho una serie You Tube su questi temi.ho appena pubblicato un articolo su L'Arca... e non sono solo !

25 aprile 2010

 

Recinzioni

L'articolo "Navi Modbili e Immobili. A proposito di Elizabeth Diller e Zaha Hadid all'Inaugurazione del MAXXI di Roma", Leggi in pubblicazione sul Supplemento "On&Off" del n. 32-33 de "L'Architetto Italiano" editore Mancosu) omette un fatto tristissimo. La desolante scena di un'opera (finita e costata a tutti 150 milioni di euro) recintata e chiusa al pubblico in attesa della apertura a primavera con la mostra di Luigi Moretti architetto del XXI secolo!. Immaginiamo ci faranno vedere, come promessa al futuro anche i progetti per l'E42 o per gli stadi speeriani del nostro. Naturalmente sono di parte e mi arrabbio per Giuseppe Terragni, architetto altrettanto se non più dotato, molto meno compromesso con le camere del potere, e certo ben altra promessa per il futuro : ). Rimane che città e cittadini non possono neanche usare l'area del Museo, rigidamente inferriato su ambi i lati.
Consiglio: un modesto servizio di guardie giurate per aprire il lotto alla città, oppure delle ancora più modeste webcam? Attarversare i flussi di Zaha come abitante della città è veramente il minimo che chiediamo. pict

17 dicembre 2009

nb. successivamente a questo articolo, sono stato rassicurato dai responsabili, una volta inaugurata l'area del museo rimarrà aperta e permeabile.

 

Surf

Mi sembra giusto non passare sotto silenzio due avvenimenti recenti che vedono il nostro Marcel Pestilenzà, alias di Marcello del Campo alias di Luigi Prestinenza Puglisi. Il primo è la nascita di una nuova rivista "Compasses" dedicata a quanto succede nei Paesi degli emirati arabi. Cioè nell'area geo-politica dove il buisiness devastante del petrolio ha più profonde radici con tutto quello che, come ben sappiamo, ne consegue dal punto di vista ambientale. Dall'altra e in maniera veramente strabiliante per chi non conosca il tout se tient del nostro, è l'annuncio di un nuovo libro sulle problematiche ambientali. Titolo assolutamente imperdibile a giudicare dai cinque concetti posti a lapidaria anticipazione. Naturalmente a nessuno sfuggirà, mi auguro, quale è il filo che tiene unita la rivista petroldollari e il libro sull'ecologia, il bando sul terremoto, le spallate a destra e a manca, il manuale sulla stima delle abitazioni e le disseminate opinioni, interviste, rubriche. La fatica di essere seri, capisco, è un lusso che è concesso a pochi. Meglio surfare, devastando quanto ci è intorno per un'ebbrezza di velocità.

30 aprile 2009

 

Abbiamo perso le staffe

Un serio e competente ingegnere, Giuseppe Natoli di Piraino, Messina, amareggiato come tanti in questi giorni, mi ha dato una piccola, ma importante spiegazione tecnica. Come sempre le cose sono semplici se si capiscono. Uno dei punti più complessi di una costruzione in cemento armato è l'attacco trave pilastro. Spesso maestranze e ditte, se non sottoposte ad accurati controlli, non mettono le staffe con attenzione proprio in questo punto perché la particolare conformazione geometrica delle cassaforme ne rende appena un po' complesso l'inserimento. Ora, come si sa, le staffe servono a contrastare i movimenti oscillatori, ondulatori e di taglio che si verificano proprio nei terremoti. Se la mancanza delle staffe nell'attacco trave pilastro d'abitudine non crea problemi, in occasione di terremoti i solai slittano e avvengono i crolli. Crolli di costruzioni nuove (ospedali, case dello studente) e morti, molti M O R T I.

Indi: calcoli, geni civili, burocrazie e quanta a nulla servono se non vi è il controllo attento del direttori di lavori e la coscienza di chi costruisce.

A chi segue una costruzione oltre alla buona qualità dei conglomerati, agli acciai prescritti nella quantità, qualità e aderenze ricordiamo di controllare con attenzione le staffe. Se anche una sola persona nel momento decisivo della esecuzione dell'opera ricorderà questo commento forse, allora, non avrà morti sulla coscienza. Se vuoi commentare >>

8 aprile 2009

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Come far bruciare l'acqua e molti perché

Questi video dimostrano la semplicità con cui è possibile produrre un combustibile naturale.
"Combustibile"vuol dire che brucia. E cioè, visto che noi abbiamo le macchine, un combustibile può alimentare praticamente qualunque tipo di macchina....dal fornello di casa ad una automobile ...Come si fa? Ma nella maniera più semplice e con il materiale più economico: l'acqua! Come si fa a far bruciare l'acqua?. Semplice gli si manda un un fulmine (diciamo elettricità!). Se faccio questo (anche delle piccole scariche elettriche a 12v) si libera un gas (ah sì, si chiama idrogeno!) che brucia!. B R U C I A. Se lo convoglio in una tanica con una valvola ci mando avanti l'automobile il fornello le fabbriche! I video di sotto - noti da anni ma che a me sono arrivati con una email circolare di Opera Bosco, la ricerca di arte nella natura di Calcata - mostrano il tutto.Alcune osservazioni
A. Quando gli Steves Jobs e Wozniak e tutti gli altri poveri inventori si arrabattavano con i chip comprati a Radio shack per "dimostrare" che vivevi era possibile avere ciascuno il proprio personal erano anch'essi così come questi sperimentatori nei video: no glamour, vestiti senza arte ne parte! Noi oggi dovremmo santificare quei pionieri che incredibilmente hanno detto alle orride corporations del potere informatico: possiamo creare il personal e non pagarvi 1000 dollari l'ora per adoperare il computer (come era ancora negli anni Settanta!)
B. Seconda osservazione. Questo è un mondo pericoloso. Il petrolio rappresenta una enorme ombra che avvolge e macchia la terra! Tutta la terra? Forse ci sono delle piccole parti di questo globo che potranno erodere questa ombra terribile e nera. Ma non sarà facile, non sarà indolore.
C. L'unica cosa che non dobbiamo lasciarci dire ancora è "non è possibile!!". Usate quello che volete a cominciare da questi video. E' abissale l'ignoranza in materia (anche di chi scrive, intendiamoci).
D. L'Italia in questo contesto, dico in questo contesto!, firma un accordo per avere dalla Francia tecnologia nucleare di terza generazione (cioè veccha) follemente costosa. Un paese alla frutta, il nostro, ha discusso per settimane di un triste ma limitatissimo caso e su questo questione quasi nulla. o sbaglio. Perché? Ecco i tre video
1) 2) 3)

8 marzo 2009

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Leonardo Fiori

Alcuni dei lettori di queste pagine conoscono gli articoli su Coffee break. Pochi però sanno che la maggior parte di quegli articoli erano stati commissionati e ospitati nella sezione Cultura della rivista "Costruire". Questi articoli non sarebbero esistiti senza la ferma direzione di Fiori che sosteneva che la cultura doveva avere un posto importante anche in una rivista di taglio costruttivo. Anzi, che senza cultura dell'architettura, gli aspetti tecnologici e costruttivi si sarebbero inariditi in manualistica. Anche per questa ragione, Fiori volle come sua collaboratrice Julia Banfi che era depositaria dell'impegno generoso della cultura dell'architettura lombarda sin dai tempi della famosa "Quadrante". Alla figura di Leonardo Fiori, che è stato anche il "mio" direttore per più di dieci anni, voglio rivolgere un segno di riconoscenza, di stima e di affetto.

27 gennaio 2009

 

Top 10 un italiano

Antonino Di Raimo, è l'unico progettista italiano premiato tra i top 10 nel concorso Internazionale Feidad dedicato all'innovazione della ricerca digitale. Il progetto è un ulteriore passo avanti rispetto alla tesi discussa a La Sapienza nel 2005. L'affermazione al concorso è notevole essendo il confronto aperto a studi molto affermati o a interi dipartimenti universitari. Il primo premio di quest'anno è andato con il progetto "Blobwall" a G. Lynn. In qualità di giurato per tre anni nella seconda fase di questo concorso. considero il progetto vincitore inferiore alle aspettative, e certamente di minor interesse rispetto ad altri progetti selezionati tra i top 10 come il lavoro dello stesso Di Raimo o quello di Wei-Yen Shao.

7 maggio 2008

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Speranza realizzata. Le note nei libri servono!

"La tesi dottorale di Eisenman (The Formal Basis for Modern Architecture, Cambridge 1963) è disponibile solo in alcune biblioteche molto attrezzate (come quella dell'Eth di Zurigo) ma andrebbe da qualcuno pubblicata perché e una testimonianza a un tempo storica - solo negli anni successivi questo tipo di analisi diverra abituale - e calzante di una ipotesi di lavoro dottorale nell'area della progettazione."

Cosi scrivevo nel mio libro del 1996 a pagina 86. Avevo "scoperto" una copia della Dissertazione anni prima (nessun critico a quanto mi risultava ne aveva mai parlato) e ne avevo già rivelato la presenza su "Domus" Molti anni dopo l'anticipazione di questi scritti, la presenza della dissertazione fu ripresa, per fortuna, da giovani studiosi (zero cenni naturalmente, al brano citato), ma la cosa importante e che scopro che la dissertazione di Peter Eisenman e stata finalmente pubblicata. Ha un alto costo, ma potete chiedere alla vostra biblioteca universitaria, se ne frequentate una, di ordinarla. E' un utile documento storico. Morale: agli studiosi ricordo "lasciate dei piccoli messaggi nei vostri scritti." Non sarete quasi sicuramente voi a raccogliere i frutti della semina, ma la pianta forse crescerà.

29 febbraio 2008

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L'argomentazione sensibile

Due i passi decisivi del discorso del Papa Benedetto XVI del 17 gennaio diffuso dalla stampa. Il primo è che "la sapienza dell'umanità come tale - la sapienza delle grandi tradizioni religiose - è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee". Il Papa parla come rappresentante di una comunità che per secoli si è interrogata sui valori, sulle maniere di vivere degli uomini e ha elaborato "una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sé un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l'intera umanità". Il nesso centrale a nostro avviso è accettare la pluralità di queste sapienze, appunto "la sapienza delle grandi tradizioni religiose". Ecco perché, credo, il Papa stesso sulla base di questo passo avrebbe accolto interventi nel prossimo futuro anche di altri grandi esponenti religiosi (come ho scritto 15 gennaio).

Il secondo nesso decisivo del discorso è quando citando Habermas, Benedetto XVI ricorda lo sforzo che anche le comunità politiche e civili devono fare verso un "processo di argomentazione sensibile alla verità". La ricerca cioè di una democrazia del dialogo e della argomentazione e della discussione piuttosto che quella che fa derivare le scelte solo come sommatoria aritmetica degli interessi particolari. Credo sia un punto molto importante. In ogni caso misurarsi con il discorso di Benedetto XVI credo sia il dovere di ciascuno, per fare un deciso passo indietro rispetto alla confusione e per accogliere sempre il metodo del dialogo e lo sforzo sincero dell'argomentazione.

17 gennaio 2008

 

Il prossimo anno sarà il Dalai Lama

immagine Dopo il previsto discorso del Papa di Santa romana chiesa giovedi 17 alla Inaugurazione dell'anno accademico, la maniera più coerente per procedere sarebbe avere il prossimo anno il Dalai Lama, poi l'Imam, il Rabbino di Roma, e così via per i prossimi anni.

Siccome ritengo che ciò non sia auspicabile, appongo la mia firma alla lettera promossa dal prof. Cini e Frova (coautore con Marenzana di un libro su Galileo cfr. anche Galileo e la Chiesa). A proposito: il problema di guardare e discutere "dal basso verso l'alto" come comunità umana e nel caso della Sapienza come comunità scientifica è insegnato da Galileo, da Borromini, da Caravaggio: una triade di cui si tratta ne Lo Strumento di Caravaggio >.

ps come è noto il Papa ha annullato la sua visita, ma il discorso sarà letto. Ecco perché, ribadisco, la posizione culturalmente valida era aprire, semmai, il dialogo a tutto campo tra chi opera dall'alto al basso attraverso un metodo pontificale e dogmatico e chi opera dal basso verso l'alto con il metodo delle scienze umane e terrene. Un intervento

15-16 gennaio 2008

 

Dell'essere in giuria in un concorso di architettura

Immagino non sarò più invitato a partecipare a Giurie di concorsi importanti eccetto da quegli organismi, che credono nella tecnologia informatica come strumento principale di vera democratizzazione delle scelte e pretendono una assoluta trasparenza degli esiti. Sono reduce da una faticosissima giuria Europan come membro internazionale nella commissione Croazia. Con grande fatica in un sito gli esiti sono risultati convincenti, ma il primo premio nel sito più importante è una contraddizione palese dello scopo e della stessa finalità di questa sessione Europan ("Urbanità europea, città sostenibile innovazione degli spazi pubblici") argomento che tra l'altro si è discusso con intensità ed interesse nel forum Europan di Catania dello scorso dicembre. Certo ci si deve piegare alla democrazia primitiva, confusionaria e feudale che impera in molti meccanismi concorsuali, ma non senza dire la propria e augurandosi una sempre maggiore trasparenza. Ne avevamo parlato nel caso del Premio giovani e vale la pena rinfrescarsi le idee con questo editoriale: Sostanze oltre i progetti.

14 gennaio 2008


Cambio Alla Darc

In Italia quando succede una cosa normale si insorge! Conosco bene l'architetto Pio Baldi che ha meriti e limiti come tutti noi, il problema non è il bilancio del suo lavoro, ma il fatto, semplice, che i dirigenti vanno ruotati. Un volta che questo si fa (non dopo i tre anni previsti per legge ma dopo dieci!) gli altri notabili insorgono, guarda caso. All'architetto Pio Baldi auguriamo i migliori successi nel nuovo incarico, al suo successore che sarà sicuramente questa volta scelto tra significativi membri della cultura architettonica nazionale o internazionale (perché mai dovrebbe essere per forza italiano?) la capacità di incidere sugli incerti sviluppi della nostra architettura.

8 gennaio 2008

 

Buon Natale Italia !

Siamo andati a visitare la mostra al Vittoriano di Roma dedicata a Giuseppe Garibaldi. Vale la pena rinfrescare la memoria, di tanto in tanto, su uno dei piu grandi personaggi della storia. Alla fine della liberazione di mezza Italia compiuta da un popolo in armi, Garibaldi parte per la sua isola con due sacchi di sementi e poche lire che gli infilano in tasca all'ultimo momento. Alla mostra siamo andati con il professor Vincenzo Colella, fiero antifascista e comapgno di cella di Sandro Pertini a Regina Coeli. Ci ha permesso di fotografare la dedica che il presidente gli ha scritto: "Al caro amico Vincenzo Colella...", una dedica, una scrittura, uno stile quello di Pertini che traspare limpido e forte: e spiega molto, fa pensare molto, in questi giorni >

23 dicembre 2007

 

Sapete come viene eletto il direttore della AA...

attualmente, Brett Steele?. Tutti i membri della Architectural Association votano. Un voto ciascuno: vuol dire che gli addetti alle pulizie, hanno lo stesso voto di uno studente, che ha lo stesso voto di un docente o di un ex direttore. Questo corpo elettorale che rappresenta il cuore simbolico, ma anche quello pulsante della AA, elegge un comitato per la scelta del nuovo direttore. Il comitato rappresenta tutti e lavora per arrivare ad una selezione di tre candidati. I candidati visitano la scuola e parlano del loro programma con staff, studenti docenti. E poi di nuovo, dall'uomo delle pulizia al docente, un voto a testa, tutti votano quello che vorrebbero come direttore tra i tre. Questa si chiama democrazia, quella che vige tra noi (in cui solo i docenti di fatto votano per i rettori, i presidi, i direttori e per chi deve essere docente nel ricorrente disinteresse dei più ovvi interressi collettivi), ha un altro nome. Porgiamo gentilmente queste osservazioni al Ministro Mussi, che immagino, immagini.

20 gennaio 2007

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Novità sul premio Giovani San Luca. Resi noti i giudizi dei partecipanti stessi. Progetti e risultati >

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In questi giorni natalizi di felicità per tutti e per i giovani architetti italiani in particolare, l'Accademia di San Luca, nelle figure dei cinque giudici Guido Canella (presidente), Paolo Portoghesi, Franco Purini, Pio Baldi e Daniele Modigliani ha deciso di porgere ai nuovi progettisti un contributo di speranza e di fiducia. Ha premiato un "progetto" di ampliamento cimiteriale che con difficoltà avrebbe superato un esame di composizione architettonica in un corso universitario post-1966. Che bellezza, che entusiasmo, che travolgente sensazione di forza! Basta avere le conoscenze giuste e si può fare beffa di tutto e di tutti nell'omertà generale!

I due vincitori hanno co-firmato l'allestimento padiglione Italia alla Biennale (Purini direttore, Baldi committente). Era un buon lavoro di cui abbiamo scritto, ma la vincita a questo concorso è, come abbiamo illustrato già a partire dalle inamissibili esclusioni, assolutamente scandalosa. E non solo per il caso Vaccarini, che è eclatante, ma anche per tanti progetti e "realizzazioni" che propongono un quadro meno desolante, arretrato e ridicolo del progetto premiato. Ma come ben si sa lo stesso identico meccanismo avviene nei casi molto più gravi dello squallido premietto della San Luca che è quello dei Concorsi universitari per cui si ritrovano in cattedra persone che hanno la qualità del progetto premiato in questa occasione e persone di ben altro impegno e valore che stanno fuori a guardare. In questo caso l'esito è devastante perché si mettono individui di poca a qualità a creare danni per decenni. E questo moltiplicato per 10, 100, 1000! Evviwa.

Credo che lo screditamento di una centenaria istituzione come l'Accadema di San Luca e l'orrendo segnale che i cinque giudici hanno lanciato ai giovani architetti e alla cultura italiana in generale meriterebbe una vera protesta. A giudicare dalle scarsissime adesioni pare vincere sempre e comunque invece "la buona educazione", che è anche vigliaccheria.

Volevo dire però che noi non stiamo affatto fermi, solo nello scorso anno abbiamo scritto L'Eredità dei Maestri, curato il volume Arie italiane. creato con il gruppo Nitro un supplemento sull'innovazione che si chiama "On&Off" e non molliamo.

20 dic. 2007

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Panettoni a Natale

In molte occasioni abbiamo scritto che l'architettura a Roma "non è affatto romana", ma deve guardare semmai ad un passato organico, orografico, complesso, "sezionale" che ha un imprinting etrusco e uno sviluppo negli strati e nella invenzione degli spazi urbani della storia in Pirro Ligorio, in Michelangelo, in Giacomo del Duca, in Piranesi. Fatica sprecata! Infatti la santa ingenuità del dilettante archeologo in libera uscita, spalleggiata da un gruppo di amministratori capitolini entusiasti della fallimentare parata urbana delle Olimpiadi di Atene (un enorme problema ancora aperto per quella città!), riesce a proporre ancora di peggio per Roma. Infatti in una planimetria di sconcertante banalità, si ergono monumenti terrificanti al Pantheon, alle Piazze con obelischi e ad una romanità classicheggiante e mai esistita. Stringe il cuore pensare che responsabile del progetto sia lo stesso geniale Santiago Calatrava a cui un quindici anni fa abbiamo dedicato un bel po' di attenzione. img 1 , 2Costo 120 milioni di euro, Città dello sport a Tor Vergata.

23 dicembre 2007

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Darc e pressT letter fanno pace

Nelle più celebrate storie italiane, dopo le baruffe c'è una bella mangiatina e una bella pacetta con una pacca: "ma si, dai abbiamo scherzato" e una risata alle spalle di quelli che ci avevano creduto, alla lotta, soprattutto i piccoletti nostri!. Così è finita la lunga guerra di pressT contro l'orco-darc. La pacetta è stata siglata sulla curatela di un padiglione ad una biennale in Brasile (11 set l'incarico, 11 novembre inaugurazione, tempi meditati!). Ciò non di meno, abbiamo già una lista dei nomi italiani a rappresentare il meglio dell'architettura ecologia italiana a sviluppo sostenibile. Nella lista, guarda caso, manca Ian+ che da molti anni ha elaborato e affinato questa tematica (sono di ritorno da una lecture a Columbia e da nuove pubblicazioni) e Giovanni D'ambrosio tra i migliori architetti italiani esattamente su questi temi con affascinanti progetti in Indonesia e ora in Australia. Qui non c'è nulla da pensare: questa è una sciocca e misera ingiustizia.

12 Novembre 2006

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Scandalosa Accademia! Ovvero: Basta tarpare le ali

Delle due, l'una. O il sottoscritto non capisce assolutamente nulla di architettura contemporanea (cosa che ovviamente è plausibilissima), oppure la giuria del premio giovani dell'architettura italiana dell'Accademia di San Luca > ha emesso un verdetto inconcepibile e scandaloso. Conoscendo le consuetudini del presidente della giuria non me ne stupirei, ma naturalmente potrebbe essere il contrario: che Canella, Portoghesi, Pio Baldi, Daniele Modigliani conoscano e sentano l'architettura contemporanea italiana incomparabilmente meglio di chi scrive e soprattutto di chi ha visto e può ancora vedere la mostra ospitata in questi giorni a Roma. Insomma ho scritto nel pezzo "L'eredità dei maestri" >> che Giovanni Vaccarini è uno dei migliori nuovi architetti italiani. Mi possono spiegare i solomi di questa giuria come si fa ad escludere il suo lavoro dai primi dieci selezionati al premio finale negli under 40?. E' scandaloso, anche perché con grande franchezza e rispetto il lavoro degli altri progettisti non gli è da nessun punto di vista superiore. Aspetto chiarimenti. Ci saranno? Se volete leggere il documento della giuria eccolo con i dettagli anche sugli assenti > Se volete aggiungere il vostro parere anche sul fatto che i concorsi li dovrebbero giudicare i partecipanti stessi > o apporre una semplice firma a futura memoria andate al Blog>>> > Giovanni Vaccarini, Casa C+V Giulianova sito >

21 ottobre 2006

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Accademia

In questi giorni ho raccolto pareri e discusso di quanto sopra. Sono arrivato alla conclusione che è la solita vecchia storia. Ai migliori "bisogna tarpare le ali". E' quanto avvenuto per esempio con Terragni, quanto avvenuto con Scarpa, con Ridolfi e negli anni più recenti per esempio con Danilo Guerri. Nomino gli ultimi due personaggi perché se non sbaglio proprio l'Accademia di San Luca gli ha dato una sponda, importantissima, che l'università gli ha sempre invece negata. Mi auguro che l'Accademia di San Luca possa superare ogni arroccamento di casta, e abbia la forza intellettuale di promuovere un franco e pubblico dibattito.Ora, che Vaccarini sia uno dei migliori Under 40 italiani presenti alla citata mostra, francamente è impossibile aver dubbi. La sua esclusione, dai primi dieci (!!!!) non è, come pensavo il 21 ottobre, una distrazione, ma corrisponde ad uno specifico interesse. Non far emergere il meglio perche questo può danneggiare la propria posizione. D'altronde, non ho voglia di controllare, ma non avrei dubbi che nei recenti appelli all'identità italiana, e al "perverso" arrivo degli architetti stranieri ci siano più d'uno dei nostri solomi.

26 ottobre 2006

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Contro un distratto articolo sul Cimitero di Ortona

A cosa serve Internet, blog, cattedre ed età se non a dire qualche volta le cose che non sembrano riuscite? Intediamoci questa volta è una cosa piccola piccola, ma tanto vale dirla. Non credo che sia riuscito il pezzo di Giovanni Damiani su "Arch'it" > dedicato al Cimitero di Ortona di Giovanni Vaccarini. L'opera di Vaccarini è veramente importante e valida (Dieci e lode di due mesi fa >) e anche nell'articolo c'è apprezzamento. Ma è un apprezzamento distratto, come se, ma sì facciamolo questo apprezzamento, ma in mezzo a mille altre cose. Quest'articolo secondo me è un esatto esempio di cosa "non" deve essere uno scritto di architettura. L'articolo è costruito da chi conosce l'italiano e sa usare le virgole. E' un passo avanti, certo, rispetto all'architettese degli anni Settanta e Ottanta, ma l'articolo è sbagliato. Se si parla, vedi il titolo, di "Giovanni Vaccarini. Nuovo cimitero di Ortona" non si possono dedicare sulle cento righe disponibili (vado in percentuale) 30 al proprio viaggio, 30 a divagazioni di vario tipo (dai musicisti che si amano al paesaggio) 30 a varie birillate (richiami ai critici che forse contraccambiati si stimano, ai professori che si ammirano e alle loro opere). Tutte cose che vanno benissimo intendiamoci, ma non qui e soprattutto non in questi rapporti. Perché quello che rimane all'opera di Giovanni Vaccarini e alla fatica vera dell'architetto sono dieci striminzite righe. Nulla alla sua ricerca complessiva, nulla di articolato su questo cimitero o al raccordo tra questo cimitero e gli altri lavori di uno dei nostri nuovi migliori architetti. Questo articolo dovrebbe dare fastidio tanto a chi lavora seriamente all'architettura quanto a chi la studia, ma forse mi sbaglio e va benissimo a tutti!

Per approfondire
Il termine birillate è un neologismo. Si tratta di riferimenti presenti in un testo che devono essere presenti, e metaforicamente "centrati" nell'articolo. In tutti gli articoli ci devono essere dei birilli. Cerco di insegnare che i birilli veri quelli che devono assolutamente essere presenti e devono essere centrati sono le ricerche e i temi di architettura, i raffronti con gli altri lavori dell'architetto, le modalità progettuali, gli esiti spaziali, le modalità costruttive eccetera e che "entro" questi vi è uno spazio minimo per dei flash personali. "Scrivo a testa" in giù è un esempio. Il fatto che nell'articolo citato, in fondo e a corpo piccolissimo, vi sia un ricco testo redatto dallo stesso Giovanni Vaccarini che tratta alcuni di questi temi non è un alleviante, ma una sensibile aggravante. Anche se posto a confronto con temi, ricerche, elementi spaziali e costruttivi suggeriti dallo stesso architetto, chi scrive ha deciso di ignorarli in toto. Appunto un'aggravante.

9 luglio 2006

Esiti del concorso Ortis Artis 2006 a Padula

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Ma non era Caravaggio il pittore degli stupefatti e meravigliosi giovani con frutta, suonatori e luce trasparente. Proprio una figura per antonomasia della bellezza diventa così penosa? Finendo il Cinquecento M. (da una bella biografia di Robb) sente che è finito il tempo. E' finito il tempo come luce divina, come propensione alla serenità, come spazio e tempo assoluto. M. sa che il tempo moderno che comincia forse proprio con lui è quello dell'attimo, dell'istante, del dramma e del bivio. Ogni momento può presentarsi come quello della scelta, della morte o della vita. E così è la stessa immagine riflessa. Un attimo. Ho pensato a queste cose vedendo il primo premio del concorso per l'Orto d'arte a Padula. Ha vinto un progetto (Archi-Pelagus Ferretti, Kountalis, Pescosolido) che propone un giardino ondulato punteggiato da poche vasche d'acqua circolari, forse come quelle di Narciso. Vi possiamo vedere rappresentato il cielo, il paesaggio, noi stessi in un'immagine che per l'attimo che dura è l'unica realtà realissima. Quella dell'arte, quella della rappresentazione, appunto dell'attimo.
Molto tra parentesi, gli esiti di Ortus Artis 2005-2006 sono rincuoranti. Nello scorso commento eravamo perplessi sull'Europan. In questo caso invece si può essere o meno d'accordo, ma traspare una tranquillizzante sicurezza e bontà del giudizio, che non mi pare poco. Segnalo l'honorable mention del gruppo di Barbara Annunziata corso 2001. Caravaggio, Narcissus (Narciso) 1598-99 Olio su tela, 110 x 92 cm Galleria Nazionale d'Arte Antica, Rome. Esiti concorso Ortus Artis >

2 luglio 2006

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Mistero Europan

Di ritorno dalla Latina di O. Frezzotti dove è stata tenuta una mostra e una celebrazione dei risultati di Europan 8, noto quanto segue: A. La modestia dei risultati raggiunti dall'edizione italiana in sedici anni di attività. Pochissime realizzazioni meno di cinque e soprattutto opere che non sembrano indicare strade di innovazione. B. La persistenza di promesse vaghe da parte degli amministratori locali. La buona notizia è che "forse", "speriamo," di poter dare, "tra un paio di mesi", un incarico (naturalmente ai vincitori di due anni fa). Ai convenuti, tra vincitori, segnalati e menzionati dell'8a edizione, anche poche promesse abbiamo sentito. C. Perdura il mistero Europan. In molti casi i progetti vincitori sono inferiori per qualità ed interesse ai menzionati e o segnalati. D. Quattro aree su dieci non hanno avuto vincitore. Un giurato mi ha detto: "meno male", dato che la qualità non era sufficiente per dare un premio. Un altro mi ha detto: "meno male" , così le amministrazioni ne convocano più d'uno. Sono pareri, anche se, essendo di chi decide, pesano. Il mio, è che non mi piace affatto che non vi siano vincitori. E. Nel dibattito complessivo si è rivendicata la centralità del disegno urbano alla Frezzotti, alla Piacentini, alla Aldo Rossi. Non invitato, e poco incline alle sceneggiate, me ne sono andato. F. Accanto alla mostra di Europan 8 con i risultati di tanto lavoro di giovani architetti italiani (e che consiglio vivamente di visitare), una bellissima seconda mostra dal titolo "Siamo tutti Pupi". Anch'essa da vedere. Forse il titolo esorta a un poco meno di viltà collettiva?
Europan 8 >>

11 luglio 2006

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Chiude "l'Architettura cronache e storia"

E' stato annunciata ufficialmente la chiusura delle rivista  "L'Architettura" fondata da Bruno Zevi nel 1955 e diretta da Furio Colombo dal 2000. Questo il mio punto di vista sulla vicenda: L'editore Mancosu, ha finanziato la rivista, ha aperto una redazione, l'ha ospitata nei suoi uffici, ha messo sotto contratto alcuni dei precedenti collaboratori, ha fatto il possibile.  Credo sia doveroso dargliene atto.
Credo invece che la chiusura della rivista sia dovuta a scelte errate condotte dagli architetti Luca Zevi e Adachiara Zevi che detengono la proprietà.
- Innanzitutto potevano essere loro i direttori assumendosi in pieno tutto l'onere, la fatica e le responsabilità della direzione scientifica e culturale della rivista. Se non se la sentivano singolarmente o insieme, avrebbero potuto nominare uno degli studiosi vicini all'aria zeviana.
- Invece hanno fatto una scelta sbagliata e direi anti zeviana. Hanno preso un giornalista, bravo, occupatissimo e di chiara fama, cioè Furio Colombo e gli hanno chiesto di essere il direttore di una rivista di Architettura. Tanto l'architettura, come sanno benissimo tutti in Italia, mica è una attività specifica: è un hobby.
- E' stato affiancato successivamente al direttore un comitato di professionisti in qualche modo "vicini" a Zevi. Ognuno con una propria agenda, cioè un proprio scopo. E' bene ricordarlo. Se si vuole uccidere un'iniziativa culturale si faccia un Comitato! La cultura è capacità d'orientamento. Come si fa a segnare una rotta in dieci?
- Il risultato è stato il caos più totale, la cui perla è stata che alcuni tra i membri amici di Zevi del comitato hanno portato dentro la rivista studiosi di tutt'altra storia culturale. Per cui ci si è trovati dentro la più decisa rivista di tendenza italiana, letture critiche e storiche, apprezzamenti e giudizi di opposta natura. Il tutto come se nulla fosse.
- Anche i più affezionati tra i vecchi lettori prestissimo hanno capito l'andazzo. "L'Architettura" è stata per anni una barca alla deriva. Dico queste cose con amarezza.  A caldo ho spiegato il perché.
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16 gennaio 2006

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Esiste una teoria dell'Architettura dell'Informazione, Ancora sull'Informazione come Materia prima

Cfr. Rassegna n. 81, dicembre 2005. a sinistra AS su Watanabe "Stazioni programmabili". Il numero  "Reti Digitali architettura e città" appena uscito segue "L'Architetto inventore" con cui è iniziata la nuova vita della rivista "Rassegna" ora rilevata alla Editrice Compositori di Bologna con direttore F. Burkhardt e redazione di D. Blasi e N. Marzot. E' una squadra che ha dato due risultati sicuramente molto validi e altri ancora ne aspettiamo.
Il fascicolo "Reti digitali architettura e città" risulta diviso in tre grandi settori (il passato, il presente e il futuro) con contributi di sicuro interesse in tutte e tre le parti. Vorrei segnalare in particolare uno scritto di Davide Crippa e Barbara Di Prete, che mi sembra particolarmente pertinente e informato rispetto al "processo" progettuale messo in atto da Coop Himmelb(l)au nel loro headquarter Bmw a Monaco. L'attenzione al processo e poi agli strumenti, in questo caso digitali,  piuttosto che a una analisi stilistica e formalistica è stata una preoccupazione ossessivamente al centro di così tanti miei lavori che notare che studiosi di nuova generazione vi si attengono così brillantemente mi rincuora. Naturalmente, ma questo è un altro discorso, non posso essere d'accordo su un punto espresso dal direttore Burkhardt, in particolare sulla non presenza di una teoria della nuova architettura digitale (e a che cosa altro avremmo noi stessi lavorato con Kipnis, Schmitt, Lynn, De Kerckhove  e con altri venticinque autori in questi dieci anni di storia de "La rivoluzione Informatica in Architettura"?). D'altronde la base della teoria è "esattamente" L'idea della Informazione come materia prima (leggi) che viene per altro ricordata un poco distrattamente. Ma insomma: Bene. Vi è un dibattito, ci sono idee, c'è lavoro. Viva Rassegna, anche, allora. A chi interessasse rivedere i capisaldi di questa "teoria" della nuova Architettura dell'Informazione, consiglio un  tour a questi quattro + 1 scritti pubblicati in
Op. Cit. (L'Informazione materia prima dell'architettura, in "Op. Cit.", n. 118, settembre 2003, pp. 5-10) in Il Progetto (Tempo prima dimensione dello spazio, "Il Progetto", 19, marzo 2004, pp. 64-67), in Digital Real, (Nuove soggettività L'architettura tra comunicazione e informazione, in Digital | Real. Blobmeister First Built Projects, a cura di Peter Schmal, Deutsches Architektur Museum Francoforte, Birkhäuser, Basel, Boston, Berlin 2001 pp. 20-29) e in  Architectural Design,(Interactivity at the center of contemporary architectural research, "Architectural Design", vol 75, 1, Jan/Feb 2005, pp. 23-29. Special Issue 4dspace: Interactive Architecture, editor L. Bullivant)  e messi in rete in una nuova veste digitale da "Arch'it" Coffee break . E naturalmente in English, Italian, Spanish, Greek, Norwegian, German and French. From 'Il Progetto' #. 6"A manifesto for an Architecture of Information. New Substances" >
 

 

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10.01.2006
 
 

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Manca propio chi ha dato un contributo importante alla materia. Gaffe o peggio degli organizzatori
 

Giovanni Bartolozzi conosce la problematica "del Villaggio Monte degli Ulivi" cui sono chiamati a dibattere una trentina di esperti altrettanto e di più di quasi tutti gli altri. Non averlo invitato, oltretutto lui nisseno, è discredidante per gli organizzatori.  Ma mi stupirebbe che tra gli intervenuti  non verrà ricordato il suo  Leonardo Ricci Lo spazio Inseguito del 2004 perché un libro non è uno scherzo, né un giro in passarella. Far parte di questa o quella organizzazione non dovrebbe accreditare di più di un lavoro serio, appassionato, autentico che ha rivelato nuove inedite sfaccettature del prodigioso lavoro di Ricci, anche a Riesi.

27.11.2005

Nb.
Gli organizzatori comunicano che si è trattato di un errore tecnico e che l'intervento sarà programmato.
 


Identità critiche 


"come le scrivevo in una precedente mail, per il terzo anno consecutivo, si è svolto a Firenze il convegno sull'Identità dell'architettura italiana, organizzato dal un gruppo di docenti della facoltà fiorentina che ha monopolizzato il dipartimento di progettazione architettonica.

Lo scorso anno ho tentato di smontare l'anacronistico tema dell'identità architettonica nazionale con lo scritto "Malattia italiana dell'identità" quest'anno è servito uno sforzo ulteriore, che si è concretizzato  in una mini-rivista. Si tratta di un pieghevole (ottenuto da un foglio in formato A3 ripiegato in quattro parti) intitolato INTER-FERENZE, per le ragioni che sono spiegate nell'editoriale. Vedi sito.

>>> Inter-ferenze

La rivista è gratuita e stampata con spese minime; sarà a disposizione di tutti presso le varie sedi della facoltà di architettura di Firenze (e in più facoltà italiane), presso il caffè storico Le Giubbe Rosse e la libreria Edison di Firenze o a richiesta in pdf a questa email   "inter-ferenze@hotmail.it"


Che dire? Giovanni Bartolozzi dopo essere stato attivo nel fare praticamente con le sue sole forze un convegno su Zevi nel 2001, dopo avere scritto un bel libro su Leonardo Ricci, dopo essersi impegnato in molti modi per risvegliaredal colpevole torpore tipologico buona parte dell'accademia fiorentina, ci sorprende con una iniziativa diretta, semplice, giusta e coraggiosa. E' un atto di protesta contro i rassemblement  accademici italiani che sotto il vacuo termine "identità" tentano di stringere le maglie del potere baronale e di operare qualche sortita in un mondo della ricerca e dell'impegno dell'architettura che li ha ormai esclusi. Rimangono ostaggi di questo sistema soprattutto gli studenti, costretti a cercare piccoli maestri fuori dall'università, o all'estero. Che uno studente protesti, che faccia un foglio a sua spese, che dica "no" esponendosi in prima persona ci fa sperare che l'identità critica, l'unica che abbia un senso, non sia scomparsa. Voglio dire chiaramente: io sono con i Giovanni, io cerco e cercherò di sviluppare sempre la presa di coscienza critica degli studenti perché credo che qui sta il cuore della educazione e della cultura.

2 7 2005

a Segnalazione d'obbligo


 

 
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Di interesse è questo appuntamento torinese. A chi ha governato, quasi da solo e per almeno un ventennio, l'architettura italiana, Revelli chiederà dei rapporti tra Architettura e Politica e le responsabilità, di un leader, quale Gregotti appunto è stato, sulla situazione attuale dell'architettura italiana.

6.05.05






A proposito di realtà e professione di fede
 

 
Il 30 aprile Alessandro Baricco su "Repubblica" ha annunciato che con il Fandango Novelist Group opererà uno scandaglio nella realtà della chiesa e della religione. Presupposto al progetto: a: l'usura mediatica che molti hanno vissuto nelle ultime settimane (il mio giornalaio sarcasticamente mi ha detto che ha speculato anche sulle cartoline e lì per lì ha inventato, credo, su un'altra dolorosa scomparsa, questo aforisma. Mia domanda all'acquisto del giornale sui dissensi UsaItalia: "Ma 96 all'ora è troppo forte?" Risposta dopo quattro secondi di meditazione "Sì, c'è la pena di morte") ma torniamo a noi e al progetto Fandango; b: la ricerca di situazioni "semplicemente" vere di chiesa e di religione che lo stesso Baricco e altri scrittori indagheranno è appunto il secondo presupposto. Ora, mi sembra un' idea!, Una risposta alla piccola crisi dell'iper afflusso mediatico. In aderenza a questo desiderio di analisi "oggettiva", "disincantata", "alla Levi" sono andato alla chiesa di Santa Maria della Misericordia di Meier nella periferia (degna, civile, verde mi è parsa) di Tor Tre Teste a Roma. Ho parlato contro la follia costruttiva di questa opera all'inaugurazione nel 2003. Ma qui non commento, non voglio commentare. Ho guardato (e basta) questo pezzo di realtà.

Selezione di 10 foto  >>
 
 
1 0 2005

Termini termina

Domanda: Cosa si vedeva sino all'altro giorno dietro questo stand?, Perché era importante (per alcuni)?
Se sai la risposta manda un email risposta >>

 
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  25 dicembre 2004 ca


A Termini e nelle stazioni italiane fatti nuovi: sono ritornate delle Casbah

La ventata di ottimismo, addirittura trasformatosi in un improvvido ewwiva, che alcuni anni fa mi aveva fatto salutare il rinnovo delle stazioni italiane viene rimandato  in gola dalla trasformazioni oggi in atto. Ogni spazio disponibile è stato commercializzato senza alcuna logica, rispetto o senso della misura. A Termini, ma anche a Milano, Firenze eccetera,  la situazione non muta. Le ristrutturazioni di Grandi Stazioni spa hanno visto moltiplicare gli spazi commerciali nei sottosuoli. Benissimo, ne siamo stati lieti, perché originariamente  gli spazi delle gallerie  erano stati lasciati alla circolazione e alla vita, anche quella che a volte ci guarisce, un poco, dell'architettura. Ma oggi tutti questi spazi sono vergognosamente invasi. A Termini non contenti si procede anche con appendere pubblicità alla volta del dinosauro. Crolliamo dalla vergogna. Basta. 1 2

9/04

Domanda n. 1

Come si fa a far rimpiangere le pur poco convincenti presenze passate dell'architettura italiana alla Biennale?
Ma soprattutto, come si fa a coinvolgere il più ampio numero possibile di critici, architetti, selezionatori, fotografi, committenti che possano  dire "io c'ero" senza in realtà poter dire nulla di nulla?

Risposta
Basta vedere Notizie dall'Interno, la sezione a cura di Mirko Zardini a Venezia.  L'obiettivo  di avere il massimo allargamento  possibile dei nomi in cartellone  - una cinquantina in questo caso - è stato brillantemente raggiunto. Insieme a un profondo senso di vuoto, di questa sezione. Io credo che la situazione sia meglio di cosi: è l'operazione curatoriale che è debole. Si confronti Peter Cooke che nel padigloione inglese "sceglie" dieci progettisti. Ne scontenta duecento ma fa un'operazione critica;  oppure il padiglione tedesco che seleziona seriamente il nuovo in giro in Germania e crea un panorma immaginario ma stimolante. L'Italia naviga nell'inefficacia delle idee.

30.09.04

Dove è?
 

 
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Dove si trova questa perla della cultura architettonica italiana recente? L'idea dietro la mostra  che espone questo pannello è che ogni critico invitato scelga un progetto realizzato nel nostro paese dal 1945 a oggi. In questo caso il critico ritiene non esista meglio che se stesso. Si chiede di inviare una email a Antonino.SaggioaFastwebnet.it che individui 1. Occasione Espositiva Internazionale, 2. Ente Patrocinatore della Mostra, 3. Nome della mostra, Curatore, date di programmazione (per evitare assolutamente di perderla).

12.09.04

Terragni Architetto Europeo: La Mostra
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La mostra è a cura dell'architetto Attilio Terragni e organizza molti importanti modelli e un ricco materiale fotografico e grafico in parte inedito e proveniente direttamente dagli Archivi del Centro studi. Da un vestibolo d'entrata in cui due disegni di Terragni (delle figure danzanti da una parte e degli schizzi di progetto della Casa del Fascio dall'altra) si confrontano, nasce la bipartizione del percorso espositivo e il concept della mostra, Da una parte su un lungo muro retroproiettato vi sono immagini delle opere mai cristallizzate nel finito ma sempre viste anche nel processo ideativo e costruttivo, dalla parte opposta una serie di disegni privati e di schizzi che riportano la mano felice e lo spirito arguto e curioso del grande architetto, Al centro, a ricordare come la vita da una parte e le opere dall'altra si uniscano sempre, vi sono - incastonati da un gioco di cristalli che richiama la formatività di alcune opere di Terragni - grandi plastici e tempere di presentazione dei progetti. Un cunicolo avvolto dalle foto della campagna di Russia del militare Terragni, conduce  ad una vera e propria installazione. Su una vela tesa sotto l'abside della Ex Chiesa di San Francesco di Como che ospita la Mostra per tutto l'anno, si proiettano grafici. E, in fondo, i tre ultimi disegni redatti da Terragni. Sono di un progetto per una cattedrale che l'installazione evoca.  Si esce con un percorso lineare accompagnato dai quadri di Terragni e dai colori della sua architettura. Giudizio: Eccellente, da non perdere.

22.04.04

Per una casa dei cineasti internazionali
 
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Il pezzo su New Italian Blood ("Tangenziali e facce toste" di M. Dolce)  è di  notevole efficacia. Complimenti a Nib per ospitare articoli forti e per l'argomentata passione che lo scritto rivela. Ciò nondimeno io sostengo che la Sopraelevata di Roma non vada abbattuta.
Va eliminato il traffico veicolare che è il problema primo. Una sopraelevata  liberata dovrebbe essere adibita a tram veloce o similare  su una carreggiata.  L'altra dovrebbe ospitare una a pista ciclabile e spazi per lo sport e il verde attrezzati. Vi è fior fiore di bravissimi architetti romani (per esempio Ian+, Curatolo, D'Ambrosio-Stipa, Nemesi, N! e forse altri) che hanno vinto concorsi nazionali e internazionali su problemi simili. L'ultimo è Ma0 a Parigi.  Gli appartamenti con vista sulla sopraelevata vanno tutti acquistati dal Comune e trasformati in mini appartamenti per cineasti nazionali e internazionali con un incarico diretto a Jean Nouvel perché è il progettista che meglio sa intrecciare cinema, movimento e architettura. Costo dell'operazione 9 miliardi e novecento milioni, meno di quanto stanziato per l'abbattimento. Pict
18.12.03


A Sambo Mockbee la AIA 2004 Gold medal

Escono sulla stampa, ormai, le storie di Sambo. E ne siamo contenti. Attenzione però a non capire bene.
Questa casa, la cosidetta Lucy Carpet, sopra fotografata anche in costruzione, si basa su un uso innovativo quanto geniale delle mattonelle di moquette che, tolte ogni circa sette anni dagli uffici, sarebbero spedite al macero (inquinando). Il Rural studio se le è fatte regalare e ha inventato un modo per farle diventare "Muro", comprimendole con un sistema di staffe. Da domani la ditta produttrice, la "Interface", riciclerà. Pict


aLeggi "Sambo Mockbee e il Rural Studio" da Costuire 9/02 Arch'it's Coffee Break 7/03 Vai
aVedi  Film 3 mega sul cantiere della Lucy Carpet. Chi  lavora con gli studenti è  il direttore di Auburn B. Lindsey e il prof A. Freear Vai
 

11.12.03



Concio/sconcio. Chiesa a Roma

Del progetto di Richard Meier per la chiesa a Tor Tre Teste a Roma (la famosa Chiesa del terzo millennio) si può fare una critica architettonica, ma in questa occasione voglio soffermarmi sulla paradossale declinazione della scissione Forma/Costruzione  che questa occasione presenta. Ricordiamo: l'architettura di oggi è "comunicativa" ed è in parte necessariamente "falsa" nel senso che nasconde la sua tettonicità. Invocare tettonicità perdute (e moralità precedenti) è fonte di ancora più forti pericoli.

Le tre vele di Meier a Tor Tre Teste avevano naturalmente un destino scenografico: erano tre lastre incurvate che si potevano realizzare facilmente in acciaio o in cemento armato per essere poi rivestite in pannelli (magari anche con una finitura marmorea). Non so quale evento sia intervenuto ad evitare questa soluzione. Quello che si vede, è realizzato con una tecnica costruttiva sì ingegnosa e sì geniale: ma per chi si è fatto pagare la costruzione (36 miliardi, quando una normale chiesa è sui 6).

Le tre vele sono state realizzate in una serie di enormi conci creati fuori opera. Si pensi che ciascun concio è di due metri e mezzo di altezza e di quasi un metro di spessore e ha un peso di molte tonnellate tanto che per le normali gru è impossibile sollevarli. Per portare in posizione i conci vi è la necessità di escogitare una apposita macchina: una impalcatura mobile in acciaio che costituisce uno spicchio di vela con un binario che spinge dal basso l'elemento fino a raggiungere la posizione.

Direte, è finita qui, la follia. No invece perché i conci, tolta l'impalcatura cadrebbero immediatamente (visto che la forma non è certo pensata a questo fine): bisogna allora che siano collegati uno all'altro sia in orizzontale che in verticale attraverso cavi di acciaio naturalmente tesi in loco.

Finito questo tour de force, ecco le tre vele  che tra l'altro hanno uno spessore superiore a quello del progetto iniziale.
Meier è comunque felice e incita all'applauso per i tecnici inventori.
Domanda: questa piccola follia del sistema-Italia, non è l'olivetta che precede la mega follia del Ponte?
Seconda domanda: le idee geniali non servono a far spendere di meno e a guadagnare in efficienza e tempo?
Committente vicariato di Roma, Italcementi sponsor tecnico, Lamaro Appalti ditta esecutrice.

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29.10.03


Lavori

Ultimamente sono apparsi commenti sprezzanti sulla critica e sulla teoria dell'architettura italiane. In particolare su Antithesi. A me sembrano posizioni poco informate che tendono a generalizzazioni ad effetto. Vorrei ricordare, almeno, il lavoro nella sezione "Gli Architetti" dopo la scomparsa del fondatore dell'Universale di Architettura.Vai (anche se si vogliono trovare studiosi validi e preparati in un serio lavoro di analisi dell'architettura )
 

16.07.2003


E' nato Coffee Break Forum: o "della funzione critica"

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Dopo circa trenta mesi dal suo inizio, la rubrica di Architettura Coffee Break pubblicata a partire dal novembre 2000 su Arch'It ha oggi un Forum. Si tratta della raccolta e della sistematizzazione dei contributi più interessanti inviati in forma di lettera all'autore e ora riportati in calce agli articoli cui originariamente si riferivano. Più di quaranta contributi costituiscono un allargamento del bagaglio di informazioni e anche lo sviluppo di prese di posizioni individuali. Ogni contributo è stato vagliato e discusso dal gruppo redazionale di Food for Minds (ovvero da A. Marmo, I. Rossi, R. Sommatino) in base alla pertinenza e all'interesse che esso presenta come reale approfondimento. L'intento è far capire che è possibile continuare a lavorare sui solchi tracciati per costruire più profonde tessiture. Ma questo lavoro vorrebbe far sentire, soprattutto,  un'altra cosa. Non esiste (o almeno è veramente poco interessante e proficuo) avere critici di alcunché. La cosa interessante è contribuire a sviluppare, in ciascuno, una funzione critica.
 

VAi

19.06.2003

Giudichino i partecipanti! Grado zero per una trasparenza nei concorsi di Architettura
Nel novero delle email circolari ne ricevo una che chiede di valorizzare e portare a conoscenza il sito sotto indicato. E' un sito anonimo e sui generis "ArCaso", ed è  basato su un assioma: "Ma non sono un poco troppe le coincidenze nella scena delle aggiudicazioni concorsuali  italiane?" Domanda forse retorica. Ma se proprio chi non ha  scheletri non  affronta queste "troppe" coincidenze, che dire allora? Io dico che bisogna promuovere una campagna stampa e di opinione per cui "chi è chiamato a giudicare i concorsi di architettura siano gli stessi progettisti partecipanti"E' una idea di semplicità geniale dell'amico Peter Anders e attraverso la quale lui ha gestito il Concorso per la Biblioteca Virtuale quando era Presidente  Acadia (l'associazione che promuove il computer in architettura negli Usa). Se vi riflettete un attimo capirete che non vi è gruppo più qualificato dei progettisti stessi per giudicare il lavoro di un collega. Basta che ciascuno gruppo abbia un solo voto a disposizione! Operata una  ristrettissima selezione può intervenire una piccola cerchia di committenti per  scegliere tra poche opzioni il lavoro più adatto. D'altronde anche il Concorso del Museo virtuale del Nib è stato giudicato, sulla base dell'esperienza americana, con un meccanismo analogo ed è andato benissimo. Inoltre le  nuove potenzialità di ingegnerizzazione informatica dei dati proprio questo consentano e facilitano. Perché l'informazione e l'informatica non sia un grande fratello che ci controlla ma un orizzonte di libertà e di ricerca di qualità. Anche se a volte, qualche passaggio è duro. Come sotto
http://www.arcaso.com/

6.05.2003

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Era Ora! Finalmente a Jorn Utzon Il Pritzker prize

1 marzo 1966. Titola il Sydney Morning Herald: "Utzon Quits Opera House". Utzon lascia il cantiere dell'Opera House. Non rimetterà più piede in Australia e l'Opera sarà terminata tradendo le idee che stava elaborando. Il giorno dell'inaugurazione, il 20 ottobre 1973, il suo nome non verrà neanche pronunciato. Bandito e sconfitto dagli eventi, Utzon non lo è stato dalla storia e ora abbiano nuovi elementi per capirne la grandezza.


Di qualche tempo fa è stata la notizia che  il progetto degli interni dell'Auditorium di Indenne era stato ri-affidato al suo progettista, appena di ieri è la notizia che il Pritzker è stato assegnato al grande architetto danese. Finalmente: perché era da anni che alcuni settori della cultura architettonica internazionale premevano in questa direzione. L'importante riconoscimento a Jørn Utzon dà un senso al lavoro duro e serio dell'architettura. W Utzon, W il Pritzker (questa volta). E aspettiamo il prossimo premio: a Ralph Erskine, naturalmente

Pritzker| Leggi un profilo di Utzon | Leggi La via dei Simboli

9.04.03


Ecco come un lavoro si trasforma prima in "una cosa nell'aria" e immediatamente dopo "in aria fritta"

La Rivoluzione informatica è il nome specifico di una sezione di libri dell'Universale di Architettura che si occupa della relazione tra cultura architettonica e informatica. Lo fa dal 1998 in italiano, dal 1999 in inglese, dal 2002 in cinese ed ha pubblicato ad oggi venti libri. Non è un nome nell'aria ma, tra l'altro, anche un marchio. Soprattutto deve la sua nascita a due padri e non a uno soltanto. L'uso fatto di questa dizione in una nota dell'Anews del 13.3.03 (il settimanale dell'Ordine degli Architetti) è quanto meno superficiale. Al lettore decidere se il libro di cui si tratta compia frittate simili. PICT

Vai a F. Massad, A. Guerrero Yeste "A Proposito della Rivoluzione Informatica in Architettura. Intervista ad Antonino Saggio a proposito della collana The IT Revolution in Architecture/ La Rivoluzione informatica", Il Progetto n. 9, gennaio 2001, pag. 8-9
 
 

03.04.03

Orgogliosissima Modestia
Il mondo gira. Da paese afflitto, oppresso e intimidito la Spagna è diventato un paese leader del dibattito architettonico degli ultimi due decenni. Se negli anni Cinquanta e Sessanta sotto la dittatura franchista gli architetti spagnoli guardavano al dibattito italiano con  grande  interesse, oggi siamo noi italiani che studiamo l'architettura spagnola con ammirazione. La figura di Jose Antonio Coderch non è però nota ai nostri giovani cui sono più familiari gli architetti spagnoli della generazione successiva. Coderch è nato nel 1913 e fa parte della generazione di De Carlo, degli Smithson di Bakema, di Van Eyck, di Erskine, di Guedes tutti architetti che tra l'altro hanno dato vita per lunghi anni a quel cenacolo di discussioni che è stato il Team X. Che questa mostra arrivi  a Roma ospitata alla ex Acquario dall'Ordine è una felice occasione. Farà conoscere agli architetti romani le radici profonde e i maestri che sono dietro la vitalità dell'architettura spagnola recente e farà vedere anche come  la tradizione dei nostri  razionalisti Terragni, Gardella, Albini, Bbpr sia stata amata e assimilata in Spagna e quanto le riviste italiane come la Domus di Ponti abbiano significato per costruire legami, relazioni, reti.
Ma Coderch sembra anche incarnare due idee radicate nella cultura italiana: quella orgogliosa modestia di Pagano che rivendica la semplicita del costruire e la scarna aderenza al dato funzionale e quella fede di cui  ha scritto Persico.

26.03.03

Quando
Oggi giovedi in un risveglio non sordo e non triste world news dà la notizia della vittoria di Libeskind per le tower a New York.
Alle 7:02 am la notizia era in linea in questa home, credo prima in Italia. Ma non era questo "quando" significativo, ma quell'altro. Quando appunto a una settimana circa dal crollo, sentendo Jaron Lanier che parlava della missione dell'arte come "speranza di non commettere suicidio" scrissi del percorso critico di Daniel Libeskind dicendo "perché" quell'opera, quel suo lavoro, quella sua linea lo avvicinava al dramma ancora fumante. L'esito di oggi conferma la (scusate) rabdomantica intuizione, tanto più perché democraticamente sancito. Vitruvio dedica una lunga e attentissima descrizione a come si costruisce uno gnomone: l'ho letto nella nuova solida, utile e bella traduzione di Franca Bossalino per Kappa e contemporaneamente Derrick De Kerckhove ha curato il volume La conquista del tempo per gli Editori Riuniti. Forse è vero, il nostro sogno di architetti è domarlo con lo gnomone e con l'oculo del Pantehon o con l'architettura tutta, il tempo. Ma oggi che siamo nell'epoca della simultaneità e che tutto sembra abbia valore solo nell'attimo del bit per poi cancellarsi, sentiamo tristemente che è proprio il quando che ci sta sfuggendo.
27.02.03

Opzione lacerante
 

a
La maniera in cui le multinazionali del software impostano le loro opzioni è veramente esilarante. Imparano dal loro presidente, anche se milioni di persone dentro e fuori gli Stati Uniti sono contro questi sistemi "operativi".
 

20.02.03


Altro che Food for Minds: Bombs for people
 

a
Contro la guerra. (L'immagine di  www.citicord.uniroma1.it/saggio ha sullo sfondo A. Boetti. V)


13.02.03


Doppio salto con piroetta. Prima si ignora, poi a chi "non ha ignorato" si dice che lo ha fatto!
 
Nell'articolo pubblicato su "La Repubblica" di martedì 28 gennaio 2003 Luigi Caccia la diagonale del Moderno si sostiene, citando un volume di recente pubblicato per i tipi Marsilio da F. Irace e P. Marini, che "non esistevano monografie su questo architetto milanese oggi quasi novantenne".  E' vero il contrario. Il  libro è: Maria Antonietta Crippa, Luigi Caccia Dominioni - Flussi, spazio e architettura, Testo&Immagine, Torino 1996 pp. 96 .  Si tratta del volume n. 3 della "Universale di Architettura".  Ora che sia il numero 3 di una iniziativa oggi giunta al 120esimo libro dovrebbe essere un interessante elemento di riflessione che rispettosamente porgiamo,  insieme alla rettifica, a "La Repubblica", e all'autore Vittorio Gregotti.  Bruno Zevi  pianificando i primi titoli della collana aveva "proprio" pensato al fatto che a Luigi Caccia Dominioni, architetto di sicuro interesse, pochissimi  - tanto meno nella sua città - avevano dato lo spazio che meritava.

30.01.03


Altro che Mega saluti. E' una Catena di Sant'Antonio
Si sta diffondendo in rete la cattiva abitudine delle email circolari. Ora una cosa è lavorare perché ciascuno metta a disposizione via web informazioni e conoscenze (poche o tante che siano) e cerchi di essere un "trasmettitore di informazioni" e non un semplice navigatore, altro è inviare spesso e volentieri email circolari attingendo magari ad indirizzari fatti per altri motivi. Certo è chiara la ragione da parte di chi scrive, ma per il ricevente si tratta almeno in qualche caso di una intrusione cui è difficile reagire, come è difficile tirarsi fuori dalla catena di Sant'Antonio. La formula secondo cui basterebbe comunicare al mittente il voler essere rimossi, per poi esserlo, è una scusa non richiesta. Non è mai facile dire a un maleducato che è un maleducato.

17.01.03 .

La Soap Opera della Ara Pacis
 
 
L'architetto Giannino Cusano mi informa  di nuove animose e radicali iniziative per non far riaprire il cantiere dell'Ara Pacis a Roma. No limits al Progetto era il titolo dell'intervento sulla questione di ormai due anni fa e una tesi indicava la complessità concettuale - estranea al progetto in questione - con cui cominciare ad affrontare quel nodo urbano. Ciò nondimeno, che ci siano persone che si appellino al capo per eliminare le approvazioni già tutte ottenute dal progetto di Meier  determina, almeno per chi scrive, un nervoso sgomento.

 Vai All'intervento di A. Saggio Su Radio Radicale 1 , 2

...bisogna che la questione arrivi finalmente alle orecchie e agli occhi di Berlusconi il quale in una specie di idea di Roma come di una Roma Silvia, assuma il progetto di Tamburrino [sic] come progetto di stato: le grandi opere se hanno un esempio non è il ponte di Messina, è quello che Tamburrino ha detto, il coraggio di dire "Meier a casa" e cominiciamo con grande imprese come lo spostamento del corso d'acqua e la creazione del Porto di Ripetta. Però per questo non basta Tamburrino e il ministero dei Beni culturali occorre una volontà politica del capo supremo in una posizione veramente da fascista. Ma da fascista nel senso alto della parola ['Uh Uh' - dice a questo punto il  giornalista di Radio Radicale  a V. Sgarbi il 7.1. 03 ore 11-12 ascoltabile dal sito in rpl] cioè i fascisti dell'E42 ['si'], quelli che hanno fatto la bella ultima Roma che noi abbiamo visto...
10.01.03

ps luglio 2004

Che si completi il cantiere per l'Ara Pacis !

Sono fortemente contrario a qualunque ipotesi di blocco del Cantiere per la costruzione del Museo dell'Ara Pacis a Roma. La mia posizione è stata espressa più volte sulle riviste specializzate, sulle riviste on line, in interventi alla Radio; in particolare in un dibattito a Radio Radicale in cui altri intervenuti sostenevano la tesi di bloccare la costruzione del Museo per far posto alla ricostruzione del Porto di Ripetta. Una ipotesi semplicemente assurda e quindi pericolosamente pretestuosa. Mi preoccupa fortemente questo pasticcio. Appoggio pertanto con vigore la posizione del Sindaco Veltroni e dei suoi consiglieri e tecnici per l'ultimazione del progetto. Chi desidera discutere ulteriormente la mia posizione può spedire una email.

Pagina di riferimento per firmare l'appello per un rapido completamento del Progetto VAi

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Per una volta volta ci siamo salvati dai Mattoncini

  Alla mostra "Le Città di Roma" del Novembre 2000 era stato presentato il plastico di un erigendo  edificio in stile PoMo nel quartiere Esquilino di Roma. Nella stessa area dell'ex Centrale del latte alcune settimane fa è stato invece inaugurato l'Albergo Es che rappresenta fortunamente un segno in direzione opposta. Troppo spesso l'architettura  si è dovuta piegare ai veti incrociati che hanno svilito la qualità del progetto,. salutiamo  in questa occasione la nascita di un'opera per i centri italiani in controtendenza. .
a..


19.12.02

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Nelle rete si acquista credibilità solo se si dà (e non si prende)
 

 
Neanche la faccia viene salvata, nel recente privatistico master a 3800 euro + Iva promosso dall'InArch. Si tratta di una iniziativa da scuola privata e non da istituzione culturale, ammantata con qualche commento vagamente pertinente che vorrebbe prendere di peso lo spirito e la filosofia dei corsi Caad 99 00 01 02 che sono aperti a tutti gli astanti e completamente accessibili in rete sin nei più minuti contenuti. Cosa dia alla cultura questa iniziativa è invece arduo prevedere. Che almeno offra tre o quattro borse di studio gratis a meritevoli che intendano aggiornarsi sul Cad. Una cosa che, perdendo anche la faccia, non è prevista nelle modalità di iscrizione. antithesi>architecture>
12.12.02

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