Corso di Progettazione Architettonica Assistita

Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Università La Sapienza -Roma

Antonino Saggio Home
Corso 2005 Home
 

Riassunto delle puntate precedenti con domande
 
 

II Ciclo: La digitalizzazione delle immagini. Il mondo bidimensionale.
 

Ottava Lezione A: Tra Architettura e Bit

20/04/2005

Ora affontiamo il tema della superficie della grande mondo della superficie a partire da una un rapporto con il dibattito architettonico contemporaneo.
A Partire dalla Metà degli anni sessanta contro un rapporto eroico centrale totalizzante dell'architettura si fa strada una deriva edonista, superficiale.

Quella di Venturi.

Che vede nella "decorated Shed" la chiave del fare produttivo dell'architteto. Questa impostazione, questa scppatoio tende a privilegiare gli aspetti di superficie, gli aspetti di pelle, gli aspetti di dccorazione di questo mondo

Immagine di venturi Decorated shed
 

questo porta dritto dritto ad una interpretazione che tende agli aspetti più superficiali di questa problematica. Per chi lavora "dentro" le cose per chi lavora dentro il paesaggio mentale dell'architettura inaccettabile.

Cio non di meno il problema esiste

ed ecco un libro che ne tratta

vai
 

TO do
Leggi l'articolo
http://architettura.supereva.it/extended/20000830/

o Leggi il libro
vai

il discorso è visto in termini più forti e più complessi di una semplice  decorqatività. Cosa è profondo e cosa è superficiale?

Cosa succede con le nuove geometrie topologiche?
Le varie forme di relazionre il piano, la superficie le nuove superfici?
 

Il discorso Di Gianni Ranaulo
leggi
 La prefaqzione http://architettura.supereva.it/coffeebreak/20020420/
 

A: Progettare con tutto

....Quando si adoperava solo il verde, gli alberi, i prati, i fiori o i movimenti della terra o esili strutture provvisorie vi era  "l'arte dei giardini", quando alle pietre si sostituivano le cartapeste vi era "la scenografia", ...
 

I grandissimi
.....Ma potevo mostrare molto poco in questa direzione al di là del  grande e geniale precursore Toyo Ito e qualcosa del rabdomantico Jean Nouvel. Il primo merito di questo libro è di allargare di molto gli  esempi e.....
 
 

toyo ito


 
 
 


 
 

VAi Allo Slide Show >>>

Approfondimeni degli Studenti



Il Mosaico Non è una forma di Bit?

"fabiola" <fabiolachichi@yahoo.it> wrote: 2005

Ho trovato questo interessante articolo su come la teoria del colore applicata alle opere in mosaico e la sprimentazione di nuove tecnologie-immagini elaborate al computer partendo da entità geometriche, da formula matematiche, da ricercate gamme cromatiche, da studi sulla spazialità virtuale basati sull'equazione pixel = tessera, consentano di suggerire sempre nuove possibilità espressive e funzionali supportate dalla possibilità di allargare il campo della ricerca dell'architetto.
Conoscere il mosaico significa acquisire cognizioni sulle formule del comporre del passato e del presente, prendere familiarità con materiali naturali ed artificiali.

Fabiola Chichi
 


Vedi il Contributo a questa tematica
il lavoro sul Gasometro
classe 03
gordon janni     alessandro marinelli     marco olivieri     federico pitzalis i vai

lOCAL LINK



Illusioni di Freancesca Poveromo 2004
On 12-07-2005 14:44, "Francesca Poveromo" <francescapoveromo@yahoo.it> wrote:

A proposito di BIDIMENSIoNALITà....queste foto sono bellissime...la NUOVA PIATTITà possa essere più forte della terza dimensione.
a presto
francesca poveromo
 

Julian Beever è un artista inglese che è famoso per la sua arte sui pavimenti dell’Inghilterra, Francia, Germania, Usa, Australia e Belgio. Cosa c’è di particolare ? Beever dà ai suoi disegni una anamorfologicità, le sue immagini sono difformi ma ciò realizza un effetto 3D quando le si guarda dalla giusta angolazione … guardate  qui di seguito e capirete!!!


Ad un contributo al corso 2003 I Rossi
http://spazioinwind.libero.it/loading_room/1/sch.htm


"Giulietta Brunelli" <giulyaparis@yahoo.it> wrote: 2005

"Si tratta dell'avanzamento di sistemi di proiezione quasi dentro la stessa pelle dell'edificio che consentono anche di intervenire con una sorta di nuovo illusionismo mediatico che può permettere di dare vitalità a situazioni degradate o in cui è impossibile intervenire.
.... Si tratta di compiere un passo decisivo per la presenza dell'informatica nella scena e nella scenografia della città. Auspichiamo "un barocco informatico"
 

Leggendo queste righe ho subito pensato a Berlino, meta di un viaggio/pellegrinaggio di tre anni fa. Passeggiando la notte in un quartiere dato in mano agli artisti, in uno squarcio del tessuto urbano, sull'intera facciata cieca di un palazzo di 10 piani con il vuoto intorno erano proiettate delle immagini in sequenza; la sensazione di sorpresa, di essere insieme a tutti spettatrice di una cosa così inaspettata e allo stesso tempo come di essere un'intrusa che sbircia nella vita d'altri, è stata quella che mi ha un po' pervasa per tutto il resto del viaggio...cioè di essere una città dove gli occhi e l'anima del visitatore  e del cittadino sono particolarmente importanti perchè i suoi luoghi possono assumere mille prospettive e significati diversi.
Berlino è davvero una città cangiante dove forse l'informazione costituisce già molta parte dell'architettura.